«Stefano, chiama Cossiga»
Il 2 luglio alle 15.19 Roberto D'Agostino chiama Stefano Ricucci e gli riferisce che la stessa mattina lo cercava il senatore a vita Francesco Cossiga. Ricucci risponde: «L'altra sera ero a cena con Claudio e abbiamo chiamato il presidente Cossiga». D'Agostino conclude con una raccomandazione: «Chiama Cossiga a casa». La conversazione viene riportata nell'ambito del capitolo delle intercettazioni relative ai rapporti con i politici. Siccome le conversazioni dirette degli indagati con i parlamentari sono secretate (per il loro utilizzo è necessaria l'autorizzazione del Parlamento), gli inquirenti hanno trascritto nei brogliacci soltanto quelle di terze persone a cui vengono riferiti i contenuti dei colloqui con deputati e senatori. Ecco perché è stato tirato in ballo D'Agostino in una conversazione che non ha nessuna rilevanza penale.