Casini non «molla» ma FI e An neppure
Pier Ferdinando Casini insiste, per la terza volta nell'arco di pochi giorni, con il suo «o si cambia o si perde». Repetita iuvant. Perciò, dalla Puglia, il presidente della Camera ribadisce: «Le idee camminano non sulla base delle convenienze ma delle convinzioni, per cui ritengo sia necessario fare un salto di qualità nell'azione del centrodestra». Da Cortina d'Ampezzo Gianni Alemanno rilancia, rinsaldando l'asse della «discontinuità», che fa condividere al ministro di An con Casini e Follini il progetto di dare una nuova struttura, un nuovo programma e forse anche un nuovo leader alla Cdl. «Condivido la necessità di dare una svolta al centrodestra italiano e di dare una prospettiva diversa all'elettorato», ripete Alemanno per il secondo giorno consecutivo, insistendo sull'idea delle primarie anche per la leadership nel centrodestra. Insomma, da un lato Casini e Alemanno sono convinti che senza discontinuità rispetto al passato si perde e che non si può presentarsi alle elezioni solo con il bilancio delle cose fatte. Dall'altro invece c'è chi ha mutato il casiniano «o si cambia o si perde» in un «o si smette di dividersi o si perde», individuando la vera discontinuità in una minore conflittualità. Capofila di questa scuola, insieme a Berlusconi, è Gianfranco Fini. Che proprio ieri ha scritto ai militanti di An una lettera, invitandoli ad essere «fieri» delle molte cose fatte dal governo. E anche Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, chiosa: «La discontinuità potrebbe partire da un rapporto meno concorrenziale all'interno dei partiti della Casa della Libertà». Divisioni, che fanno dire al segretario della Dc Gianfranco Rotondi «ormai la Cdl ha ufficialmente chiuso i battenti». Ma è lo stesso Casini a parlare apertamente della esistenza di «due linee nella Cdl». Sulle quali - stando a ciò che accreditava chi è vicino al premier - nei prossimi giorni potrebbe esserci un colloquio chiarificatore tra Berlusconi e Casini.