Siniscalco getta nel panico la Margherita
Nel centrosinistra l'ipotesi di un avvicinamento del ministro dell'Economia Domenico Siniscalco ha creato due contrapposte correnti. I rutelliani che vedrebbero di buon grado l'arrivo di Siniscalco tra le loro fila e i prodiani che restano freddi a questa ipotesi, non si fidano e preferiscono far cadere sul nascere qualsiasi ipotesi. La questione a monte è quella di accogliere o meno i possibili transfughi dalla Cdl, di aprire o meno le porte alla diaspora che secondo le previsioni del centrosinistra, si intensificherà in autunno con l'approssimarsi dell'appuntamento elettorale. I contatti sotterranei, gli ammiccamenti tra alcuni uomini vicini a Rutelli e il ministro Siniscalco ci sarebbero stati in più di un'occasione. E nella Margherita l'atteggiamento del responsabile di via XXSettembre sulla nomina del direttore generale della Rai Meocci, lo stop and go che ha fatto infuriare il ministro delle Comunicazioni Landolfi, è stato accolto con il sorriso sulle labbra. Ma nonostante questo feeling a distanza tra Siniscalco e il centrosinistra, avvalorato anche dal clima di sospetto da parte degli altri colleghi di governo, i prodiani storcono il naso. Magistrelli e Monaco bollano subito la possibile operazione come un caso di «trasformismo» che non si può accettare e mettono in chiaro che non sentono alcun bisogno di offrire ospitalità a Siniscalco. Ermete Realacci, rutelliano con pedigree, non gli sbatte la porta in faccia. Tra lui e Siniscalco c'è un'amicizia di vecchia data che risale ai tempi della Fondazione Mattei. Siniscalco presidente di quella costola dell'Eni mostrò spesso attenzione e sensibilità verso le tematiche ambientaliste. Di ecologia spesso ne parlava proprio con Realacci, futuro presidente della Legambiente. Il legame con il centrosinistra si è intensificato nel 2001 quando Siniscalco varcò la soglia di Palazzo Chigi come consulente economico del presidente del Consiglio Giuliano Amato. Nel frattempo intensificava i suoi rapporti con Rutelli. I sostenitori dell'ex sindaco di Roma lo videro a più di una riunione durante la campagna per la conquista della premiership. Questo passato a sinistra come nella Cdl nessuno lo ha dimenticato. Ma a quanto pare non è sufficiente per superare le diffidenze dei prodiani. La questione dei transfughi dalla Cdl, più o meno eccellenti, non è escluso, sostengono alcuni osservatori all'interno della Margherita, che possa creare ulteriori frizioni all'interno del partito di Rutelli.