«Intercettazioni? Spionaggio»
È l'opinione del ministro per il Welfare Roberto Maroni. «Non vorrei -dichiara - che dietro ci fosse una qualche forma di spionaggio industriale legata alla Rcs. Non è tanto la vicenda Antonveneta, e men che meno la vicenda Fazio: il piatto forte è capire che cosa Ricucci e i suoi amici hanno in mente su Rcs». «Per questo -continua Maroni- si arriva persino a mettere sotto intercettazione, secondo me in modo illegittimo, una serie di personaggi per capire che intenzioni avranno. Ma questo è assolutamente fuori da ogni regola. Bene fa il presidente del Consiglio ad annunciare regole stringenti». Secondo lei quindi gli inquirenti si sarebbero messi al servizio di qualche potere forte? «Spero di no -replica Maroni- però pubblicare le intercettazioni che riguardano le intenzioni su Rcs....non capisco quali reati siano stati commessi. Sembra quasi una grande manovra alla Grande fratello di Orwell per schierare l'opinione pubblica contro queste persone, dipinte quasi come un'associazione per delinquere. Ma il tentativo è fallito». A parere di Maroni, a prevalere dovrebbe essere il mercato. «In questi giorni -aggiunge- ci sono interviste molto nervose da parte di alcuni protagonisti, uno dei quali, Diego Della Valle, chiede addirittura l'intervento del Presidente della Repubblica. Francamente mi sembra sconcertante che, per tutelare il proprio investimento, l'azionista di una società privata chieda l'intervento del Capo dello Stato contro un altro privato che cerca di scalare la società. Denota uno scarso rispetto delle istituzioni e una certa confusione mentale su ciò che sono le istituzioni italiane». La vicenda Rcs, secondo il ministro, non è direttamente legata alla politica: «C'è una società quotata in Borsa -spiega - che è oggetto di un'acquisizione di quote in Borsa, da parte di qualcuno che vuole assumere la maggioranza. Non si capisce cosa c'entra la politica». Riguardo al socio estero che potrebbe partecipare all'eventuale takeover sulla Rcs, Maroni è sarcastico: «Ho sentito i grandi sostenitori dell'Europa, quelli che si scandalizzavano quando Fazio parlava dell'italianità delle banche -afferma- e che dicevano di ragionare in termini europei, che adesso si stracciano le vesti e dicono che la Rcs deve rimanere italiana. Come cambiano le opinioni nel giro di poco tempo....». La Lega, ribadisce il ministro, assiste con interesse alla vicenda Rcs «perchè i giornali sono importanti», ma con distacco. L'esponente del Carroccio ripete anche che, qualsiasi proprietà il Corriere della sera dovesse assumere, per la Lega sarebbe migliore dell'attuale. Il movimento, ribadisce, non potrebbe essere trattata peggio dal quotidiano di via Solferino.