Siniscalco si butta con la Margherita
Ha strizzato l'occhio a Rutelli sulle nomine Rai. Tremonti, Brunetta e Urbani pronti a impallinarlo
Dopo i casi Rai e Bankitalia, la posizione del ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, all'interno del governo si è fatta difficile. Passi per il vicepremier Giulio Tremonti e per il consigliere economico di Palazzo Chigi Renato Brunetta che non l'hanno mai avuto in simpatia e non hanno mai fatto mistero di mostrarglielo, ma anche Berlusconi che pure l'ha fortemente voluto e difeso dai continui attacchi degli altri ministri, comincia a mostrare segni di insofferenza. Sarà forse colpa di un paio di passi falsi (appunto la presa di posizione sul direttore generale della Rai Alfredo Meocci e alcune dichiarazioni sul caso-Fazio), fatto sta che la diffidenza verso di lui di larghe parti della maggioranza, prima solo larvata, ora si è rafforzata. Ha scatenato un mare di polemiche lo «stop and go» al direttore generale della Rai Meocci che in molti nel governo hanno interpretato come un gioco di sponda soprattutto con la Margherita. Il partito di Rutelli ha impallinato quella candidatura sin dall'inizio con un fuoco di fila serrato che ha superato di gran lunga le critiche degli stessi Ds. L'atteggiamento di Siniscalco è stato così sospetto da provocare l'altolà del ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi che ha accusato apertamente il responsabile dell'Economia di aver «destabilizzato con i suoi ritardi la nomina di Meocci». Tanto è bastato per mettere in moto le insinuazioni che Siniscalco stia remando contro il governo, che in questo scorcio di legislatura stia costruendo le basi per approdare a sinistra o quanto meno mettersi al riparo da un eventuale rovescio elettorale della Cdl. E se qualcuno nella maggioranza obietta che si tratta di un teorema tutto da dimostrare, c'è subito chi gli risponde con una domanda: come mai Siniscalco, nonostante l'incarico di governo, continua a restare nel comitato scientifico della Fondazione Italiani Europei presieduta da D'Alema? A fare da testa di ponte verso l'Unione sarebbe l'ambientalista della Margherita Ermete Realacci ma è a Rutelli che Siniscalco punterebbe. L'amicizia con gli ambientalisti è di vecchia data, esattamente da quando presidente della Fondazione Mattei dell'Eni, Siniscalco sarebbe stato sempre sensibile alle tematiche ambientaliste. Ieri Realacci era ancora a Roma che si agitava tra telefonino e incontri riservati al riparo da occhi indiscreti. E ora questo rapporto, mai troncato, potrebbe tornargli utile proprio per aprirsi un varco nell'Unione di Prodi. Non è tanto alla sinistra dei Ds che Siniscalco guarda quanto alla Margherita di Rutelli. Proprio dall'interno del partito dell'ex sindaco di Roma arrivano le indiscrezioni di contatti con il responsabile dell'Economia. Il ministro peraltro vede crescere il vuoto attorno a sé nell'ambito del governo. A fargli terra bruciata non sono solo Tremonti e Brunetta. Anche Urbani, consigliere d'amministrazione della Rai e molto vicino a Berlusconi, gli è contro soprattuto per la questione delle nomine Rai. L'unico che continua a sostenerlo sarebbe il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno che gli sarebbe grato per certi finanziamenti all'Ismea decisi con un decreto a settembre 2004. C'è chi sostiene che la verifica del teorema Siniscalco-sinistra sarà la prossima Finanziaria. Saranno le sue forche caudine. Tremonti lo aspetta al varco, forte di un rapporto di fiducia sempre più stretto con Berlusconi. Il premier che gli ha affidato la regia dell'operazione sul caso Fazio ha avuto ultimamente parole di elogio nei suoi confronti. La manovra economica è una coperta troppo corta per non prevedere uno scontro tra Siniscalco, Tremonti e Brunetta.