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Il suo vero sogno resta conquistare Palazzo Koch

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Difficile infatti immaginare, per chi lo conosce, le dimissioni del Governatore ma altrettanto difficile è, da parte del Governo, lasciare sfumare la vicenda e pensare di convivere con un Governatore offuscato nell'immagine. L'esecutivo comincia a studiare le vie praticabili per sciogliere un nodo al momento inestricabile. Ed anche il ministro dell'economia Domenico Siniscalco potrebbe entrare, secondo ambienti vicini alla vicenda, nella delicata architettura che potrebbe sbrogliare la matassa. Sono praticamente inesistenti le procedure ufficiali con le quali il Governo potrebbe ottenere l'eventuale uscita di scena del Governatore. Nella situazione attuale il consiglio superiore della Banca d'Italia - come dispone l'articolo 19 dello Statuto - nomina e revoca il Governatore in seduta straordinaria, con maggioranza dei due terzi, dopo essere stato convocato dal componente più anziano. Ed anche l'eventuale e ormai probabile emendamento al provvedimento dedicato alla tutela del risparmio, nel quale potrebbe essere fissato un termine al mandato, difficilmente potrebbe applicarsi senza forzature al Governatore in carica. Per uscire dall'impasse la sola strada è quella della trattativa affidata alle diplomazie. L'ipotesi, ancora allo stadio embrionale, prevede una possibile uscita soft di Fazio a cui il consiglio superiore potrebbe garantire in cambio una contropartita come la carica di Governatore onorario. A sostituire Fazio - secondo questo complesso meccanismo di incastri - potrebbe essere chiamato un traghettatore esperto della macchina come l'attuale Direttore generale Vincenzo Desario, capo della vigilanza già con Carli e Ciampi e molto stimato da Fazio che lo impose come suo vice dopo un lungo braccio di ferro con la politica. All'ombra di Desario potrebbe compiere il periodo di praticantato il direttore generale predestinato, da lì a un anno, a sostituirlo. Un innesto dall'esterno che sembra cucito su misura per Siniscalco, che però incontrerebbe invece l'ostacolo della legge sul conflitto di interessi. L'articolo 2 prevede infatti una sterilizzazione di dodici mesi «dal termine della carica di Governo nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonchè di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta». Entrando come Direttore generale, per almeno 12 mesi, in una istituzione che ha sicuramente fini di lucro, ma è organizzata in maniera monocratica, Siniscalco potrebbe (anche se probabilmente non mancherebbe il dibattito giurisprudenziale) aggirare l'ostacolo del conflitto di interessi.

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