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«E se avessero ascoltato Agnelli?»

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«Il professor Prodi — ha detto ieri Cicchitto -, prima di fare il moralista e di chiedere spiegazioni al governatore Fazio, dovrebbe a sua volta fornire una serie assai numerosa di spiegazioni». Secondo Cicchitto, infatti, «Prodi è stato uno dei pochi miracolati di Tangentopoli perché grazie all'unico intervento garantista di Scalfaro fu sottratto alle grinfie di Di Pietro, che lo aveva sottoposto ad uno stringente interrogatorio su eventuali aiuti finanziari alla sinistra Dc». «Inoltre Prodi - ha continuato Cicchitto - deve ancora fornire spiegazioni sulla tentata vendita sottocosto della Sme a De Benedetti e della svendita della Cirio-Bertolli-De Rica ad una società di transito che poi la vendette a prezzi molto bassi alla Unilever, della quale egli nel passato era stato consulente». Cicchitto punta il dito anche contro coloro che, a suo avviso, furono i veri «difensori» del Professore. «Prodi - ha continuato - godette di straordinarie protezioni: il pubblico ministero Giuseppa Geremia, che si occupava dell'affaire, fu trasferita in Sardegna e poi fu approvata una delle prime leggi ad personam con la revisione, propiziata da Scalfaro, della legge sull'abuso in atti d'ufficio». Infine Cicchitto si domanda «cosa sarebbe successo in Italia nel passato qualora fossero state pubblicate le intercettazioni telefoniche riguardanti Valletta, Enrico Mattei, Cefis, Amerigo Terenzi, il cardinal Marcinkus, Gianni Agnelli, Cesare Romiti, De Benedetti, Carli, Greganti, De Bustiis, Colaninno, Tommasi da Vignano. Come si vede - conclude - il sistema dei due pesi e delle due misure, che dominò Tangentopoli ed anche alcuni processi di mafia, continua felicemente ai giorni nostri».

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