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L'INTERVISTA

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Di Pietro: in affari destra e sinistra uguali

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Onorevole, De Benedetti che fa affari con Berlusconi è stato un brutto colpo per lei «In affari non c'è destra né sinistra che tenga, né in politica né in finanza, né nell'imprenditoria. Quando si tratta della pagnotta, tutti i colori sono buoni perché ghiotti». È la solita questione morale a lei tanto a cuore? «È una questione di mancanza di democrazia e di diseconomia. Un grave conflitto di interessi nei poteri forti, nell'informazione e in Parlamento». Suvvia, che lo faccia De Benedetti, quindi il centrosinistra… «Finiamola con questa storia che legalità sta sinistra e non a destra. Mi candido alle primarie proprio per una battaglia di legalità prima che sia troppo tardi». Eppure la sinistra non ha dimostrato di volerla così tanto bene. «Vengo visto come un corpo estraneo, ci sarà una ragione». Quale? «Parlo di moralità e questo dà fastidio. Nella coalizione ci hanno tenuti fuori, mica sono scemi quelli». Ezio Mauro ha difeso la sua "Repubblica" dall'inciucio De Benedetti-Berlusconi. «Repubblica neanche mi intervista, si scorda perfino che sono candidato alle primarie del centrosinistra». Questo affaire non finirà per essere l'ennesima tegola sullo scollato centrosinistra? «In politica e affari esiste un'etica parlata e una rappresentata». Parlata? «È quella che tutti dicono, ma quando c'è da dimettersi nessuno lo fa. L'unico buono e quindi fesso sono stato io». Rieccoci alla questione morale… «Gli attuali consiglieri di amministrazione della Rai sono ancora parlamentari: non è questa una questione morale?». Che cosa è cambiato nulla da "tangentopoli"? «Quando facevo il magistrato era semplice: c'erano poliziotti e ladri, qualche volta il poliziotto faceva ladro, era tutto evidente. Oggi non si commettono più reati, si fanno regolamenti, leggi di incompatibilità».

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