Antonveneta, Ricucci e Gnutti non vanno dal gip
Resta così deserto l'interrogatorio fissato dal Gip di Milano, Clementina Forleo, per il finanziere bresciano, Emilio Gnutti, e l'immobiliarista romano, Stefano Ricucci convocati a Palazzo di Giustizia al fine di chiarire la propria posizione nella corsa ad Antonveneta, dopo l'interdizione imposta loro dalla magistratura solo lo scorso martedì. Intanto, da Padova - dove si è tenuto un cda della banca contesa tra Bpi e Abn Amro - il neopresidente dell'istituto veneto, Augusto Fantozzi ha manifestato sostanziale serenità e fiducia per il futuro. «Antonveneta - ha spiegato - ha retto molto bene alle vicende recenti e noi continuiamo ad essere molto fiduciosi. Le cose continuano ad andare molto bene lo vedrete poi nei fatti». Tornando nel capoluogo lombardo, in mancanza di Ricucci e Gnutti - lo stesso dovrebbe accadere oggi con l'ad della Popolare Italiana, Gianpiero Fiorani e il direttore finanziario Gianfranco Boni, anch'essi convocati dal Gip ma in predicato di saltare l'incontro - sono sfilati i legali dei due uomini d'affari: Corso Bovio per l'immobiliarista capitolino e Giuseppe Frigo e Marco De Luca per il finanziere di Brescia. Gli avvocati, con una presa di posizione condivisa, hanno fatto notare l'esiguità del tempo avuto a disposizione per esaminare i fascicoli dell'inchiesta prima dei faccia a faccia e, nel caso della difesa di Gnutti, anche un certo dispiacere per l'utilizzo fatto a loro giudizio dalla magistratura delle intercettazioni telefoniche. «Quella di Antonveneta - ha osservato De Luca - è una vicenda esemplare che dimostra come sotto molti profili le intercettazioni telefoniche siano uno strumento da disporre e utilizzare con cautela. È evidente - ha poi aggiunto ampliando il discorso relativo alla vicenda - che il mercato sia stato drogato da provvedimenti vari». In attesa di vedere se, oggi, anche Fiorani e Boni ripercorreranno le orme di Gnutti e Ricucci, i due schieramenti, in gara per Antonveneta, quello della ex Popolare di Lodi e quello degli olandesi della Abn Amro non sembrano rimanere immobili. Nel tardo pomeriggio di mercoledì, il presidente della Bpi, Giovanni Benevento e l'amministratore delegato, Giovanni Olmo (nominato come sostituto di Fiorani, sospeso temporaneamente dalle sue funzioni) hanno fornito una relazione agli altri amministratori sui temi dell'incontro avvenuto nella mattinata con i vertici della Banca d'Italia fissando, di fatto, un punto di partenza per avviare nuove strategie, mentre ieri il cda di Antonveneta targato Abn Amro si è riunito a Padova. Un consiglio definito di ordinaria amministrazione (imperniato sulla verifica dei requisiti dei consiglieri eletti nell'ultima assemblea) al termine del quale, però il presidente dell'istituto, l'ex ministro Augusto Fantozzi, è apparso sereno per la piega presa dalla vicenda. Il futuro per Abn e Bpi appare ancora fluido. Secondo una fonte vicino al dossier gli scenari e le strade verso Antonveneta appaiono ancora aperti dopo che, lo scorso lunedì, i vertici olandesi hanno dichiarato di essere disposti a lavorare per trovare una soluzione che porti comunque la banca sotto la sua ala. Scenari ad ampio raggio, come quelli emersi tra le indiscrezioni degli ultimi giorni. Che vorrebbero un centinaio di sportelli Antonveneta (i più vicini geograficamente a Lodi) finire alla Bpi, insieme a Interbanca, ma anche quelli che vorrebbero la ex Lodi - forte dell'aumento di capitale lanciato recentemente - in grado di decidere il proprio futuro (magari lanciando un'asta in caso di necessità di vendere le proprie partecipazioni in Antonveneta) senza essere disposta a piacimento da Amsterdam.