Petruccioli, la prima grana è sulla qualità
In Rai oggi la partita su Meocci direttore generale potrebbe finire 6 a 3. Cattaneo saluta i capi
Non solo, ma Petruccioli si troverà sul tavolo anche la prima vera grana: «Affari tuoi» con il dibattito scatenato da Giuliano Urbani sulla qualità del servizio pubblico. «I pacchi non sono servizio pubblico», ha detto Urbani (aggiustando poi il tiro in serata) in un'intervista e i consiglieri di sinistra hanno alzato le barricate (Curzi in testa), accusando Urbani di voler affossare la Rai eliminando tutti quei programmi che fanno ascolto per privilegiare solo le trasmissioni di servizio pubblico. Insomma, se Urbani afferma di voler privilegiare in futuro il servizio pubblico, la qualità e una Rai «colta», la sinistra difende il giochino che ha fatto la fortuna di Bonolis come se si trattasse del programma del secolo. Insomma, niente qualità, meglio giochini e ballerine. Basta che facciano ascolto. Il tema della giornata è comunque la nomina del direttore generale. «Diciamo che è servito una strattone», ammette con soddisfazione il consigliere Giuliano Urbani che si sente un po' l'artefice di questa stretta finale sul vertice che altrimenti sarebbe arrivato a settembre senza testa. Urbani ha convinto Petruccioli a far visita al premier e ora sostiene molto la direzione generale di Alfredo Meocci (pare che ieri abbia pranzato con lui in un ristorante del centro storico), che oggi potrebbe passare però solo a maggioranza, perché tre dei consiglieri (Rognoni, Curzi e Rizzo Nervo) sono favorevoli alla sua nomina. Non solo ma sulla testa di Meocci gravano una serie di pareri sull'eventuale incompatibilità del suo ruolo con il fatto di essere appena uscito dall'Authority delle Tlc. «Questa storia dell'incompatibilità è un pretesto per bocciarlo - sostiene sempre Urbani - perché era un dipendente Rai e ora tornerà ad esserlo, anche se con una bella promozione». L'Unione però promette battaglia: se la maggioranza farà valere i suoi numeri, i consiglieri Curzi, Rizzo Nervo e Rognoni solleveranno la questione dell'incompatibilità davanti alle autorità competenti. L'iter di nomina del dg (ieri il direttore uscente Cattaneo ha salutato tutti i direttori dei giornali) è piuttosto complesso, come ricorda in serata anche il presidente Claudio Petruccioli. Il Cda si riunirà alle 10 per avviare le procedure e affidare a Petruccioli uno o più nomi (quello del centrosinistra potrebbe essere Giancarlo Leone) sui quali ricercare l'intesa con l'azionista. «Al termine della seduta incontrerò il ministro Siniscalco. Dopodichè lui decide e propone un nome all'assemblea, che decide a sua volta e poi il consiglio esprime il suo voto conclusivo», ribadisce il presidente. Se Siniscalco proporrà - come da previsioni - il nome dell'ex membro dell'Authority, Meocci potrebbe diventare dg con una maggioranza di sei voti contro tre: subito dopo il via libera alla sua designazione dalla commissione di Vigilanza, Petruccioli ha infatti annunciato che avrebbe votato a favore del candidato indicato dal Tesoro. Sul tavolo di Petruccioli, che ieri ha promesso di impegnarsi per il «massimo di convergenza» all'interno del Cda, finirà anche un'altra questione. Quella di Rai International. Oggi infatti si riunisce anche il suo Consiglio di amministrazione (Bergamini, Malesani e Chionne) per definire il futuro della società di cui Massimo Magliaro è amministratore delegato. Da due anni infatti è bloccata la societarizzazione di Rai International, perché viale Mazzini non ha attivato il passaggio di consegne. Non solo, ma dopo le dimissioni del presidente Carlo Sartori (ora a RaiSat), la situazione è diventata urgente. Soprattutto in prospettiva della campagna elettorale 2006. Infatti RaiInternational dovrà gestire tutta la comunicazione politica e le presenze in Tv dei politici per gli italiani all'estero, con rispetto della par condicio. Giu.Cer.