Berlusconi: «Attenti all'offensiva dei pm»
Il presidente del Consiglio preoccupato che l'attivismo dei magistrati possa coinvolgere anche la politica
E arrivare alla ripresa dei lavori autunnali avendo disinnescato la mina di una magistratura in grado di scandire le sorti della politica. È questo il timore principale di Berlusconi che del «caso Fazio» teme innanzitutto il risvolto giudiziario. Ovvero che il meccanismo delle intercettazioni telefoniche riaccenda i riflettori della magistratura sulla politica condizionando la campagna elettorale del 2006. La strategia quindi non può che essere quella di far decantare tutta la vicenda, evitando processi al Governatore e dirottando l'attenzione generale dalla questione delle intercettazioni. Una linea di condotta che Berlusconi ha comunicato a Tremonti e Bossi nel vertice in Sardegna a villa Certosa. Il futuro del centrodestra passa anche da come saprà gestire la questione Bankitalia. Il premier sa bene che la sfida elettorale si gioca soprattutto sul terreno dell'economia e riaccendere lo scontro con la Banca d'Italia come ai tempi dei crac Parmalat e Cirio in cui Tremonti, allora ministro dell'Economia, partì lancia in resta contro l'istituto di via Nazionale, non può che portare danni. Berlusconi lo ha fatto capire anche a Domenico Siniscalco che di suo sarebbe volentieri partito all'attacco di Fazio ma che è stato ricondotto a più miti posizioni. Sicchè la relazione sul caso Antonveneta che il ministro dell'Economia porterà domani in Consiglio dei ministri non conterrà nessuna considerazione sull'operato del Governatore. Sarà un riassunto dello svolgimento delle operazioni Antonveneta e Bnl e delle possibili ripercussioni a livello internazionale. In questo modo verranno soddisfatte le richieste del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che sta seguendo la vicenda con grande attenzione e al tempo stesso si farà vedere ai mercati finanziari che il governo non è rimasto inerte ma si sta occupando del problema. Il nodo del mandato del Governatore verrà risolto nell'ambito della riforma del risparmio che sarà esaminata a settembre dalle Camere. Con il consenso della Lega ma anche con l'appoggio dell'opposizione passerà il mandato a termine del Governatore. Pure il centrosinistra non ha alcun interesse a gettare benzina sul fuoco ma punta a sciogliere il nodo prima possibile. Questo percorso Berlusconi lo dà quasi per scontato ed è per questo che la sua attenzione è tutta concentrata sull'uso incontrollato delle intercettazioni telefoniche che vorrebbe arginare il qualche modo. Boselli dello Sdi tuona contro il meccanismo della pubblicazione delle intercettazioni e la tentazione a fare «processi di piazza» che si «concludono inevitabilmente con la gogna degli interessati». E riflette: «È un ritorno ad un passato che io immaginavo morto e sepolto e di cui non possiamo certamente andare orgogliosi». E che già si stia preparando il terreno in Parlamento per far passare la norma sul mandato a termine del Governatore lo indicano le parole del forzista Antonio Martusciello: «Il mandato deve essere a termine. È giusto che si lavori per creare le condizioni perchè anche la Banca d'Italia possa essere sottoposta a giudizio, così come lo sono tutti i mandati di tutte le istituzioni. L'unico mandato a vita è quello del Papa, ma mi pare che qui siamo in un terreno notevolmente più terreno». Pietro Armani di Alleanza nazionale si interroga invece su come sia stato violato il segreto istruttorio con la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Il timore è quindi che si riaccenda il clima di veleni nella politica capace di travolgere le elezioni del prossimo anno. L.D.P.