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«Intercettazioni Adesso basta»

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Anche se non è ancora chiaro cosa succederà nei prossimi giorni e nonostante la cautela del premier, ieri il presidente del Senato Marcello Pera, durante l'incontro al caffè della Versiliana, è intervenuto duramente sul tema delle intercettazioni telefoniche. «Non mi piacciono le registrazioni telefoniche che escono dagli uffici giudiziari e finiscono subito sui giornali - ha detto Pera -: bisogna tutelare la persona e la sua dignità e, dunque, questo è un costume che non mi piace». Pera ha poi ribadito il concetto. «Preferirei un po' più di garanzie. E comunque in quelle telefonate, almeno per quanto letto sui giornali, onestamente non ho trovato niente che mi sembri penalmente o moralmente disdicevole». Un atto di accusa che si è presto trasformato in una difesa d'ufficio del Governatore di Bankitalia. Ma quello di Pera è stato solo l'ultimo intervento in una giornata che ha visto tutte i partiti della Cdl schierarsi al fianco di Fazio. Per il ministro Udc Carlo Giovanardi, ad esempio, «è improponibile che una tempesta giudiziario-mediatica, nutrita da intercettazioni spazzatura che distorcono maliziosamente il senso di conversazioni private, possa determinare affrettati giudizi sulla Banca d'Italia e sul suo Governatore». «Mentre il mondo politico e culturale italiano ha preso coscienza dopo dieci anni dei guasti terribili provocati dalle forzature della stagione di Tangentopoli - ha aggiunto il ministro - quasi nessuno di accorge e denuncia che il primo vero scandalo che discredita l'immagine dell'Italia nel mondo è proprio il ritorno a quei metodi ed al circuito perverso che li alimentava». Addirittura più dura la reazione di un altro ministro, il leghista Roberto Maroni che è arrivato fino al punto di porre un vero e proprio ultimatum. «Nel Consiglio dei ministri del 3 agosto si discuta di tutto, del sistema bancario nel suo complesso, altrimenti la Lega non parteciperà - ha detto il ministro del Welfare -. Noi non ammettiamo di partecipare ad un processo politico, che non è tanto contro il governatore Antonio Fazio ma piuttosto contro il tentativo di un gruppo, la Banca Popolare di Lodi, e di alcuni finanzieri, come Fiorani, che non sono nel salotto buono e che pestano i piedi a qualcuno». Per Forza Italia, invece, è intervenuto il vice coordinatore nazionale Fabrizio Cicchitto. «Emerge in modo sempre più inquietante - ha sottolineato - che si sta ristabilendo un circuito perverso fra fragorose campagne di stampa, attivate dai soliti noti che svolgono in un certo senso la funzione di dare la notitia criminis, il successivo intervento della magistratura, realizzato mentre lo scontro di mercato è in corso, le conseguenti intercettazioni telefoniche che, nell'annullamento del segreto istruttorio, vengono immediatamente reimmesse nel tritacarne mediatico. «Se il governo e le forze politiche di maggioranza e di opposizione - ha aggiunto - non si rendono conto che rischiano di ritrovarsi dinanzi a un nuovo tipo di uso della magistratura volto a condizionare, anzi a riscrivere, gli assetti proprietari del sistema bancario, rischiamo di andare incontro nuovamente a tempi tristi del tipo di quelli sperimentati negli anni 1992 - 2000, in quel caso per ciò che riguardava gli equilibri politici». Per il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi (An), invece, «bisogna fare in modo che le intercettazioni telefoniche rientrino nei casi previsti dalla legge dove ce ne sia effettivamente l'esigenza».

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