Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di NICOLA IMBERTI INTERCETTAZIONI telefoniche trascritte e passate ai quotidiani, processi a mezzo stampa ...

default_image

  • a
  • a
  • a

La memoria vola veloce al 1992 e a Tangentopoli. Gianni De Michelis, oggi segretario del Nuovo Psi, di quei fatti fu testimone diretto. Onorevole con la vicenda Fazio abbiamo fatto un tuffo nel passato. Intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali, la magistratura che fa le veci delle politica.... «Non esageriamo. Credo occorra un po' di prudenza e non lanciarsi in analogie o dietrologie. Anche se è vero che ci sono alcuni elementi che fanno pensare ad un "ritorno al passato"». Quali? «Innanzitutto una certa latitanza della politica che ha favorito la creazione di un vuoto nel quale si sono infilati alcuni settori della magistratura. In questo senso è evidente un'analogia con Mani pulite». Solo questo? «Poi ci sono alcuni aspetti assolutamente peculiari come, ad esempio, l'inadeguatezza di alcune istituzioni preposte al controllo. Penso in particolare alla Consob. Credo che anche su questo punto sarebbe necessaria una seria riflessione. Certo, se fosse stato approvato il disegno di legge sul risparmio, forse non si sarebbe creata questa situazione di incertezza». E adesso, come se ne esce? «Adesso occorre procedere con ordine. Innanzitutto la politica deve porre rimedio alla sua latitanza. Credo che i presidenti di Camera e Senato dovrebbero convocare il Parlamento in seduta straordinaria per approvare quei decreti che attendono da oltre un anno di essere approvati». Non le sembra un po' pochino? L'immagine di Bankitalia e di Fazio è ormai gravemente compromessa? «Questa "character assassination" ricorda molto quanto accaduto con Tangentopoli. Anche noi, al di là di alcuni casi specifici, non venimmo condannati dalla magistratura, ma venne rasa al suolo la nostra immagine pubblica». Quindi dobbiamo aspettarci una «Bancopoli»? «Bisogna tenere i nervi saldi ed evitare la caccia al capro espiatorio. Si tratta di un errore che abbiamo già fatto quando, nel 1992, Craxi intervenne in Aula sollevando una serie di questioni che rimasero senza risposta». Quale errore? «La politica italiana, invece di affrontare quelle questioni, riconducendo l'operato della magistratura nel suo alveo fisiologico, non fece nulla. E non ha fatto nulla per gli ultimi 13 anni. Le norme sul finanziamento ai partiti sono ancora le stesse di allora». E la legge, dove la mettiamo? «Qualora venissero provate delle violazioni alla legge chiunque sia colpevole, fosse anche il Governatore, dovrà risponderne. Invece mi sembra che Fazio non abbia ricevuto neanche un avviso di garanzia e ci siano solo cose buone per Dagospia». Ma ci sono le «famose» intercettazioni? «Anche sulla vicenda delle intercettazioni c'è un silenzio complice del Governo. Credo che anche su questa materia sarebbe opportuna una modifica della normativa. Inoltre dovrebbero essere rese note solo quelle parti che possono costituire prove di reato. Tutto il resto dovrebbe rimanere nascosto». Invece... «Invece, in alcuni casi, si conosce solo quello. Ma questo è un vezzo tutto italiano».

Dai blog