«Sono il leader. Anche per l'Udc»

In realtà utilizza la ormai famosa tattica di Cincinnato: io sono qui, a disposizione, se volete chiamatemi. Così, dopo aver mandato avanti il Pri di La Malfa per sondare il terreno, ieri il premier ha chiesto al suo partito di ribadire con forza il concetto. E alla fine solo i sordi non avranno capito visto che non c'è stato intervento che non si sia concluso con un attestato di fiducia irrevocabile a Berlusconi. A partire dal coordinatore nazionale del partito Sandro Bondi a cui è spettato il compito di inaugurare i lavori dopo i saluti del presidente del Consiglio nazionale Alfredo Biondi. «Il popolo di Fi - ha affermato Bondi nel corso del suo intervento - è pronto ad impegnarsi in questa nuova avventura a patto che Berlusconi continui a guidarci». Poi spazio al profluvio berlusconiano. Il presidente del Consiglio e di Forza Italia fa il suo ingresso nella sala mentre gli altoparlanti trasmettono a tutto volume l'inno del partito. La platea è tutta in piedi per applaudirlo. Quindi, dopo aver salutato la dirigenza, va verso il podio, assicura la platea che non leggerà l'intervento di 32 pagine che ha preparato per l'occasione e inizia. Il primo colpo è per chi è convinto che la Cdl si avvia verso una sconfitta certa. «Non sono affatto pessimista - esordisce -, sono intimamente convinto che l'Italia continuerà a privilegiare con il suo voto la scelta di una responsabilità di un governo affidato ai moderati. Succederà anche la prossima volta». Poi, prima di elencare i successi del governo, Berlusconi tocca i temi caldi del dibattito politico. Innanzitutto la riforma elettorale. «C'è un interesse ad andare dal maggioritario verso il proporzionale - spiega - ma ci sono tante difficoltà e dobbiamo approfondire. C'è tempo fino al 10 settembre per presentare emendamenti, per riflettere. Andiamo avanti con questa riflessione, ma tenendo presente che la legge elettorale è solo un mezzo». «Comunque - aggiunge - anche se il sistema elettorale non dovesse cambiare, nelle schede delle prossime elezioni politiche ci saranno tutti i simboli di tutti i partiti, perché questa volta non bisogna buttare via neppure un voto». Quindi la possibilità di aprire l'attuale coalizione ad altre forze. «La Cdl - continua -, se vuole vincere le prossime politiche, non può rinunciare alle forze che attualmente non sono sue alleate, ma che si oppongono alla sinistra comprese forze come quelle di Alessandra Mussolini. Visto che pesano per un 4,5% di consensi che consentirebbe al centrodestra di essere pari con la sinistra al 48,2% di voti». Infine il nodo della campagna elettorale. Il premier si dice convinto che alle prossime politiche si possa vincere a patto di affiancare alla campagna elettorale nazionale, un'altra a livello locale, che raggiunga «capillarmente» quel 10% di elettori che si è astenuto alle ultime regionali determinando la sconfitta della Cdl. «È al 10% di elettori che non si è recato alle urne - ha spiegato - che dobbiamo mandare il nostro messaggio. Se i collegi sono 475 dobbiamo mettere in campo 475 comitati elettorali che riceveranno, a partire dal 15 settembre, input e materiali di comunicazione da un centro, che noi abbiamo chiamato il motore azzurro». «Non solo - continua -, dobbiamo mettere in campo un milione di propagandisti. Per questo inviteremo tutti a iscriversi a Fi: 10 euro per i giovani e gli anziani, 25 euro per i soci ordinari, 50 per i sostenitori e 100 per i soci benemeriti». E il partito unico? Berlusconi ne parla solo a margine del Consiglio spiegando che difficilmente lo si potrà realizzare prima delle elezioni. Nel frattempo, comunque Fi si impegnerà nella formazione di gruppi unitari del centrodestra in Parlamento. Per il resto il presidente del Consiglio non si è perso neanche un minuto del Consiglio. Seduto in prima fila ha ascoltato con atte