Fini scuote An: «Adesso servono i voti»
Il prossimo 30 settembre potrebbe esserci un altro azzeramento dei vertici e nuove nomine
Così ieri, al termine delle quasi tre ore di vertice tra Gianfranco Fini e i coordinatori regionali di Alleanza Nazionale, è spettato al neoeletto portavoce del partito Andrea Ronchi, l'unico ufficialmente deputato a farlo, riassumere i contenuti dell'incontro. «Gianfranco Fini - ha spiegato Ronchi - ha chiesto a tutti i coordinatori regionali una grande mobilitazione, e ha dato le tracce organizzative dell'attività per i prossimi mesi, fissando i temi fino a fine dicembre». «La riunione è andata molto bene - ha aggiunto - abbiamo fatto una prima ampia disamina della situazione sul territorio e tutti hanno preso la parola. Ci rivedremo una volta al mese per schedulare l'attività del partito e prepararci ai prossimi importanti appuntamenti». Fin qui la versione ufficiale. Secondo la versione ufficiosa, invece, Fini non si sarebbe limitato a scuotere i suoi, ma avrebbe anche dato alcune indicazioni su quello che accadrà da qui alla scadenza elettorale del 2006. Innanzitutto il leader di An avrebbe espresso le proprie perplessità riguardo al partito unico. «Non si farà» avrebbe detto. Spiegando che la Costituente è sì un passo ormai obbligato, ma comunque alla prossime elezioni politiche ogni partito della Cdl si presenterà con il proprio simbolo. Della casa comune dei moderati se ne riparlerà (forse) dopo il voto. Anche sulla riforma elettorale Fini avrebbe rassicurato i suoi. Niente riforma in senso proporzionale, ma solo qualche correttivo all'attuale legge. Per quanto riguarda poi la data delle elezioni Fini avrebbe confermato le indiscrezioni secondo cui il premier accoglierà la richiesta del presidente Ciampi di votare il prossimo 9 aprile. «Si voterà ad aprile - avrebbe detto il presidente di An -. Questo significa che le Camere verranno sciolte intorno al 20 febbraio e quindi, da qui alle politiche, la priorità del Parlamento è la Finanziaria». Una sorta di «rompete le righe». Non a caso il leader avrebbe chiesto ai suoi coordinatori di cominciare subito la campagna elettorale. Anche se tutto potrebbe cambiare già il prossimo 30 settembre quando Fini dovrebbe azzerare i vertici del partito e procedere a nuove nomine. È difficile pensare, però, che ci saranno clamorosi stravolgimenti. Una cosa è certa anche ieri Fini avrebbe ribadito di volersi attenere fedelmente allo statuto del partito. «Da oggi - avrebbe detto - non ci saranno più deroghe». Una frase che suona tanto come un avvertimento in vista della direzione Nazionale che si svolgerà stamattina a Roma. Direzione in cui Destra Sociale e Destra Protagonista dovrebbero presentare un documento unitario che affornterà i due punti all'ordine del giorno: partito unico e legge elettorale. Oltre al rispetto delle regole e dello statuto nella gestione del partito. Nienete di «aggressivo», ma solo un segnale per far capire a Fini che le due correnti stanno convergendo verso un'unica posizione.