Dal Senato via libera alla «ex-Cirielli»
All'ultimo minuto il relatore Ziccone (FI) ha modificato l'articolo 10, ora il testo torna alla Camera
Con 151 sì, 113 no e due astenuti, l'assemblea di Palazzo Madama ha dato un nuovo via libera al discusso provvedimento tra le proteste del centrosinistra, che continua ad accusare governo e maggioranza di aver concepito una legge ad hoc per salvare Cesare Previti dalle sue disavventure giudiziarie. Il bottino incassato dalle opposizioni consiste nel fatto che il provvedimento, che è stato modificato, dovrà tornare all'esame della Camera. E questo non avverrà, naturalmente, prima di ottobre. La discussa norma ripudiata dal primo firmatario, il deputato di An Edmondo Cirielli, ridefinisce i meccanismi della prescrizione previsti dal Codice di procedura penale. In pratica, si stabiliscono nuove regole entro le quali gli imputati devono essere giudicati, pena l'estinzione del reato. In linea di principio, come stabilisce l'articolo 1 del ddl, la prescrizione scade in un tempo pari al massimo della pena prevista. Ma il provvedimento agisce su un doppio binario, perché modula i tempi di prescrizione in rapporto alla gravità del reato commesso. Così, il tempo di prescrizione viene aumentato della metà per i recidivi e dei due terzi per chi torna a delinquere entro i cinque anni. Per i reati di mafia e terrorismo è previsto il raddoppio del termine della prescrizione. Sono invece imprescrivibili i reati condannati con l'ergastolo. Le dure critiche espresse dal centrosinistra riguardano il sospetto che il complicato meccanismo per il calcolo della prescrizione sia stato «ritagliato» su misura per impedire la condanna di Previti. La complessità del calcolo deriva dal fatto che la norma prevede sospensioni e interruzioni, per vari motivi, dei procedimenti penali. Alla fine sono i giudici che devono provvedere al computo delle somme e calcolare la data di scadenza della prescrizione. Il provvedimento aveva avuto una battuta d'arresto in dirittura d'arrivo martedì mentre si stava per votare l'articolo 10. La norma stabiliva che i nuovi principi sulla prescrizione si applicano ai procedimenti in corso. I senatori dell'Unione hanno subito gridato allo scandalo, ritenendo che fosse un facile varco per l'assoluzione dell'ex ministro della Difesa. Ma inaspettatamente, il relatore Guido Ziccone (Fi), ha chiesto una pausa di riflessione, e ieri si è ripresentato in aula con un testo nuovo di zecca. La nuova legge si applicherà così ai processi in corso purchè non vengano allungati i termini di prescrizione previsti dalla vecchia normativa. Se le accuse delle opposizioni fossero fondate, Previti non potrebbe conquistare l'impunità grazie alla ex Cirielli. I senatori «addetti ai lavori» in materia giuridica del centrodestra hanno assicurato ieri ai giornalisti che questa norma sarebbe stata raccomandata dal Quirinale, pena un rifiuto della firma del capo dello Stato. Scontati i commenti, sia nel centrodestra che nelle opposizioni. Per Gavino Angius (DS), la ex Cirielli è «la peggiore delle leggi della vergogna». Per Antonio Di Pietro il centrodestra, sapendo che presto andrà a casa, ha almeno cercato di salvare Previti dalla galera. Sul fronte opposto, il capogruppo di An Domenico Nania ha accusato gli avversari di ricorrere ampiamente a «mistificazioni e bugie». Mentre per Francesco D'Onofrio, presidente dei senatori dell'Udc, la maggioranza ha dimostrato «modificando le norme sulla prescrizione, che non si trattava di un testo blindato».