Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Fausto non molla «Voglio vincere»

default_image

  • a
  • a
  • a

Almeno così Fausto Bertinotti continua a ribadire in ogni incontro pubblico. Che poi ci creda davvero è un altro discorso ma il messaggio che il segretario di Rifondazione vuol far arrivare agli alleati dell'Unione e a tutta la sinistra radicale, di cui oggi è l'unico leader, è proprio quello di una sfida vera a Prodi. Non per niente la campagna elettorale, iniziata ieri alla libreria «Amore & Psiche» di Roma, ha come «manifesto» un «Voglio» scritto in grande e sotto, in rosso su uno sfondo giallo, «Bertinotti presidente». L'idea che il leader di Rifondazione vuole dare è quella di un post-it sul quale ognuno può scrivere quello che più gli sta a cuore, proposte, progetti, che andranno a confluire nel programma di Rifondazione. «Faremo una campagna elettorale che non sarà la solita campagna elettorale — spiega seduto davanti ai microfoni mentre fuori dalla sala strapiena si affollano un centinaio di persone stremate dal caldo — ma sarà una nuova forma di partecipazione. Cercherò di dare voce a un popolo capace di parlare un nuovo linguaggio. Moltiplichiamo i post-it dove lasciamo le nostre idee». Poi, per spiegare ancora quel logo, sceglie una battuta: «Se penso a Bertinotti presidente mi scappa da ridere, ma "Voglio" deve essere un gesto di ribellione. Iniziamo il nostro cammino da questo gesto di ribellione». A chi gli chiede se per Bertinotti ci sono punti irrinunciabili nel programma da presentare all'Unione spiega mellifluo che «punti irrinunciabili non ci sono, non ci possono essere perché c'è la ricerca di un'intesa». Però sicuramente Rifondazione considera come battaglia fondamentale quella contro la precarietà e, di conseguenza, «contro la legge Biagi, la Moratti e la Bossi-Fini». Ma anche la riforma della giustizia appena controfirmata da Ciampi non piace: «Dovremo sicuramente ricominciare da lì, per cambiarla e per restituire l'autonomia ai magistrati». Ma è sulla «battaglia» delle primarie che Bertinotti fa capire a Prodi che non scherza. «Quando si compete si compete per vincere. E allora se prendiamo sotto il 12 per cento è una sconfitta, se restiamo pari abbiamo tenuto i nostri voti, se andiamo sopra è andata bene e se prendiamo sopra il 50 per cento abbiamo vinto. E comunque noi confidiamo nella provvidenza rossa...».

Dai blog