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Ciampi firma la riforma, il Csm rinvia la scelta del Procuratore antimafia

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«Si chiude una partita sofferta e controversa», ha fatto eco il suo collega leghista Castelli, che su questa riforma s'è giocato la faccia. Un «bravo» l'ha detto anche Luigi Bobbio (An): «Ciampi non si è fatto tirare per la giacca da nessuno». Ora la riforma sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Ma per entrare in vigore dovrà superare nuove prove. I giudici non disarmano, chiedono che con i decreti attuativi si limitino o eliminino del tutto le novità da loro ritenute più negative (norme su esami e concorsi; separazione carriere; procedura disciplinare). Parole che fanno temere al Guardasigilli un atteggiamento «ostruzionistico» del Csm e della magistratura tutta. Da Palazzo dei Marescialli il vicepresidente Virginio Rognoni replica in tono risentito. Assicura che la collaborazione non mancherà, come non è mai mancata, neppure quando sono stati espressi pareri critici sulla riforma. Pochi i commenti a caldo dalla sinistra. Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) ha detto che Ciampi ha firmato per un atto dovuto. Ora o la Consulta sancirà l'incostituzionalità della riforma, o la sinistra la abrogherà appena arrivata al governo. C'è poco da festeggiare, ha commentato il vicepresidente dei deputati della Margherita, Franco Monaco, ricordando anch'egli che Ciampi non poteva non firmare, nonostante le forti tensioni politiche, gli scioperi dei magistrati e i pesanti rilievi del Colle. Intanto però il plenum straordinario del Csm di domani non nominerà il nuovo procuratore nazionale antimafia; un incarico che resterà scoperto tra giorni, visto che il titolare uscente Pierluigi Vigna passerà la mano il primo agosto prossimo. La procedura di nomina è di fatto bloccata in commissione, a seguito della scelta del relatore della proposta a favore del Pg di Torino, Giancarlo Caselli, (il togato di Magistratura democratica Francesco Menditto) di non depositare le motivazioni. Un atto indispensabile perché la proposta possa essere trasmessa, insieme all'altra che è a favore del procuratore di Palermo Piero Grasso, al ministro della giustizia che per legge deve dare il parere sui candidati proposti dal Csm. Una scelta che è legata all'approvazione della riforma dell'ordinamento giudiziario e che è stata rinnovata da Menditto anche nella seduta di ieri; con il risultato di rinnovare lo scontro in commissione tra lo schieramento pro Caselli e quello a favore di Grasso che voleva arrivare alla nomina del nuovo superprocuratore prima della scadenza di Vigna. Uno scenario che ora appare quasi impossibile: la commissione tornerà a riunirsi venerdì ma per ora non sono previste altre riunioni straordinarie di plenum.

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