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Antonveneta, piccoli azionisti in allarme

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Incerto l'investimento di 40 mila risparmiatori che hanno sostenuto Fiorani

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Incassato il sequestro delle azioni dei concertisti deciso dalla Procura di Milano - oltre il 40% del capitale sociale di Padova - l'istituto di credito lodigiano si appresta a fare da semplice spettatore all'assemblea degli azionisti della banca veneta, in programma oggi, e destinata a nominare un nuovo cda targato Abn Amro. L'attacco della magistratura mette però a rischio i soldi di tanti piccoli risparmiatori. Non solo di quegli azionisti che intendono ancora aderire alle offerte lanciate dal fronte guidato dalla Popolare italiana, dopo il fallimento dell'opa (offerta pubblica d'acquisto) degli olandesi di Abn Amro. Ma c'è anche un'altra marea di piccoli azionisti che adesso sono con il fiato sospeso. Sono quelli che hanno sostenuto l'aumento di capitale della Popolare italiana. Si tratta di 40mila nuovi azionisti che hanno sottoscritto titoli per circa 1,5 miliardi di euro. Se il progetto della Bpi viene fatto naufragare, che fine farà questa enorme massa di denaro? Oggi l'assemblea a Padova. Dopo l'intervento della Consob e della magistratura milanese, ieri anche la Banca d'Italia ha deciso di sterilizzare le posizioni di alcuni pattisti coinvolti nella scalata su Antonveneta come Bpi, Stefano Ricucci, i fratelli Lonati, Emilio Gnutti, Danilo Coppola, Gianfranco Boni. Titoli che erano stati sequestrati dai pm e che a maggior ragione non potranno votare oggi. Il tutto mentre si attende ancora la presa di posizione sui nuovi sviluppi giudiziari da parte della Consob la quale si è riunita ieri. Tra le ipotesi - l'esame della vicenda continuerà oggi e nei prossimi giorni - c'è anche quella di bloccare le due offerte lanciate dalla ex Popolare Lodi nei confronti di Antonveneta. Un possibile - ma per ora imprevedibile - nuovo colpo per la banca lombarda la quale vedrà sfilare a Padova gli azionisti di Antonveneta, i rivali olandesi di Abn Amro, pronti a eleggere, grazie al 34% portato in dote insieme a Lloyd Adriatico, un consiglio di amministrazione «amico». All'assise patavina i titoli di Fiorani, Ricucci e degli altri soggetti del concerto, saranno rappresentati dal professore di diritto Emanuele Rimini nominato dalla Procura di Milano custode giudiziale delle azioni sequestrate ieri su richiesta dei pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti. I pubblici ministeri - così è stato osservato - hanno deciso il blocco dei titoli dopo avere scorto, nel comportamento dei "concertisti", il profilo di una «strategia» destinata a «eludere le autorizzazioni di Banca di Italia e fornire alla Consob e al mercato false informazioni». La reazione della Bpi. In attesa di conoscere l'esito - oramai quasi scontato - dell'assemblea, sul fronte giudiziario la Popolare Italiana non ha mancato di reagire innanzi al sequestro preventivo delle azioni possedute in Antonveneta disposto dalla Procura meneghina. «Nel pieno rispetto dell'autorità giudiziaria - ha infatti spiegato la banca in una nota - Bpi è convinta di poter dimostrare la correttezza del proprio operato e presenterà immediato ricorso nelle opportune sedi». Ieri la Popolare Italiana ha anche reso nota l'adesione della Magiste International di Stefano Ricucci al patto parasociale stipulato il 16 maggio scorso ed il via libera ad un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione per 332 milioni di euro riservato a Oicr, fondazioni e partner strategici. Il cda ha conferito mandato al presidente e all'amministratore delegato affinchè adottino tutte le iniziative necessarie e opportune ai fini dell'eventuale promozione di un'offerta pubblica d'acquisto obbligatoria di consolidamento .

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