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An, parte la prima ispezione

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Destra protagonista e Destra sociale si preparano a dare battaglia

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Dopo aver azzerati i vertici e nominato nuovi coordinatori regionali, Fini ha spedito il nuovo responsabile organizzazione Marco Martinelli a fare un giro nella Penisola a verificare lo stato di salute. Non è stato diffuso nessun comunicato, nessuna nota, non è stata fatta filtrare nessuna informazione. Non è un caso. Martinelli è un uomo che non parla mai. Silenzioso e laborioso, vive sott'acqua. È uno dei quattro davvero intimi del presidente di An (gli altri sono il capo segreteria politica Donato Lamorte, la segretaria Rita Marino e il portavoce del partito Andrea Ronchi). Il nuovo responsabile dell'organizzazione, dunque, è partito alla volta del Veneto dove ha incontrato i segretari provinciali e il coordinatore regionale, Alberto Giorgetti, di Nuova alleanza. Martinelli ha ascoltato tutti e ha chiesto informazioni. Punto. Nessun giudizio. Il Veneto, tra l'altro, a parte qualche bega locale, per An non desta particolari preoccupazioni. Seguiranno altre ispezioni. Anche perché l'aria di maggior crisi al momento è la Lombardia. Feudo di Ignazio La Russa (Destra protagonista) che ha in mano la stragrande maggioranza del partito, Milano è stata assegnata a Cristiana Muscardini, eurodeputata di Nuova alleanza e molto in sintonia con Fini. Qusta scelta - quella di rimuove il fedelissimo del capogruppo alla Camera, Massimo Corsaro per premiare la Muscardini - è stata definita da qualcuno come «un calcio in bocca a La Russa». In Lombardia c'è tensione, tanto che i larussiani si sono incontrati qualche sera fa per decidere che fare. Si attendono le prime mosse del nuovo coordinatore regionale, ma non è difficile prevedere che presto si alzeranno le barricate. E siamo solo all'inizio. Fini appare intenzionato ad andare fino in fondo. Stamattina vedrà i coordinatori regionali tutti assieme a Roma e detterà le prime linee per il futuro del partito. Spiegherà come bisogna attrezzarsi in vista delle elezioni politiche. Domani, invece, affronterà la direzione nazionale del suo partito. E sarà battaglia. Perché due delle correnti interne ad An sembrano avvicinarsi sempre di più. Destra protagonista (che oltre a La Russa ha anche come leader Maurizio Gasparri) è sempre più in linea con Destra sociale, la componente di Gianni Alemanno e Francesco Storace. I quattro capi si sono incontrati anche ieri. E appaiono d'accordo su un punto in particolare. Fini dice che non sono state rispettate le regole interne? Bene, allora rispettiamole fino in fondo. Fini dice che agisce in nome dello statuto? Bene, allora applichiamolo tutto 'sto statuto. Tanto per fare un esempio, significa che statuto alla mano, il congresso nazionale del partito deve essere convocato ogni tre anni. L'ultima volta s'è riunito nell'aprile del 2002 e Fini ha detto che dovrà tenersi nell'autunno del 2006: dunque, fuori tempo massimo. In altre parole le due componenti sono pronte a sparare anche sul capo se il capo procederà a nuove «aggressioni». Sono pronte a mordere se colpite. In Transatlantico ieri sono stati fatti circolare numeri per spaventare i finiani. Numeri secondo i quali Fini potrebbe andare in minoranza se messo ai voti. Cifre che in realtà non dicono nulla se non si conosce se e su che cosa si andrà al voto interno. Per esempio, il quadro cambierebbe se si votasse sic et simpliciter sul presidente di An. È difficile che contro il leader della destra possa votare un'ampia fetta di Destra protagonista, la corrente storicamente più finiana. Della quale per esempio fa parte Roberto Menia, appena nominato coordinatore regionale in Friuli e reesponsabile delle relazioni esterne del partito. Fuori da questi giochi resta Altero Matteoli. Era stato nominato responsabile dell'organizzazione, ma dopo la chicchierata della Caffettiera la sua nomina è stata cancellata. Fini ha piazzato al suo posto Martinelli, di sua assoluta fidu

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