Spagna, l'ora di religione diventa facoltativa
Ma ieri in Spagna è stato di scena ancora una volta il matrimonio gay: a Mollet del Valles, una località della provincia di Barcellona, Sebastiana e Veronica hanno detto sì grazie alla nuova legge spagnola che equipara le nozze omosessuali a quelle tradizionali. Il matrimonio è stato celebrato dal giudice Jorge Vergara che ha unito in matrimonio Sebastiana, una spagnola dai capelli biondi, e Veronica, un'argentina dalla chioma scura, con la stessa formula che da anni impiega in tutte le unioni civili. Al matrimonio, svoltosi quasi completamente in forma privata per volontà delle due donne, c'erano una quindicina fra testimoni e invitati contro oltre cinquanta giornalisti. Quanto alla scuola, la riforma approvata dall'esecutivo spagnolo ha suscitato immediate reazioni della chiesa che l'ha definita «inaccettabile» invitando i cattolici a difendere i loro diritti e le forze politiche di opposizione a dar battaglia in Parlamento. Il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo progetto di Legge organica dell'educazione (Loe) che riguarda tutta la istruzione non universitaria e che sarà trasmessa al Parlamento per essere approvata. La nuova legge prevede che l'insegnamento della religione sia volontario e che non abbia peso sulla valutazione del candidato per la promozione ad un corso superiore, per la concessione di borse di studio e l'accesso all'università. In un comunicato la Conferenza episcopale respinge il testo sul quale, afferma, «non c'è stato dialogo né alcun negoziato» malgrado questo sia tradizione quando si tratti di materia riguardante un trattato internazionale. Secondo i vescovi la legge socialista viola «il diritto fondamentale dei genitori a decidere sull'educazione dei propri figli d'accordo con le loro convinzioni religiose, morali e pedagogiche» e «limita gravemente la libertà della scuola cattolica» mettendo «seriamente in pericolo l'insegnamento della religione». I vescovi invitano quindi «padri, professori, alunni, istituzioni cattoliche e la società in generale ad una riflessione profonda e a porre il massimo impegno nella difesa e promozione di un quadro legale che consenta l'educazione integrale dei bambini e dei giovani in un ambito di giustizia e libertà».