Il leader si confessa in una cena A Frattini: «Andrò sino in fondo»
Perché in quella casa a due passi da piazza di Spagna, nel salotto più ambito della capitale, per salutarsi prima delle meritate vacanze sono arrivati manager, giornalisti, uomini politici e loro signore. Fra loro un protagonista del momento: il ministro degli Esteri e soprattutto presidente di An, Gianfranco Fini. Accolto con tutti gli onori. Come altri due ospiti inevitabilmente sotto i riflettori del momento: il ministro Stefania Prestigiacomo, protetta da ogni tipo di curiosità dalle guardie del corpo fino all'ingresso della casa privata. E l'ex ministro Maurizio Gasparri, uno dei tre protagonisti (quello più all'acqua di rose) del celebre colloquio alla Caffettiera di piazza di Pietra con Ignazio La Russa e Altero Matteoli che tanto rancore ha provocato al leader di An. Colloquio che naturalmente ha tenuto banco in ogni tavolo di quella cena, come acccade da una decina di giorni in ogni serata importante della capitale. Rendendo chiaro a tutti che ferite e imbarazzi sono ancora più che vivi in tutti i protagonisti. L'ha ben capito l'ex ministro degli Esteri e attuale commissario europeo, Franco Frattini. Che prima di sedersi a tavola ha avvicinato Fini sussurrando un generico «Come va ora?», per sentirsi rispondere secco: «Ah, siamo solo all'inizio. Ho intenzione davvero di andare sino in fondo». E il riferimento era al repulisti in An che già ha decapitato i vertici delle correnti a livello nazionale e in alcune regioni. La fase due della bufera riguarderà, secondo le prime indiscrezioni raccolte anche durante la serata, le strutture del partito a livello locale: federazioni, organizzazioni nelle grandi città, comitati direttivi. Piccolo incidente «diplomatico» durante la serata, visto che allo stesso tavolo erano originariamente destinati sia Gasparri che la Prestigiacomo. Il posto dell'ex ministro delle Comunicazioni è stato preso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Paolo Bonaiuti, e ogni imbarazzo è stato evitato. La ministra, che a lungo era rimasta seduta su un divano con due amiche, ha potuto finalmente prendere posto a tavola. Ma un'altra domanda agitava i presenti: quale sarà, ora, la contromossa dei colonnelli? Cercheranno di ricucire lo strappo o risponderanno al fuoco nemico? Secondo le prime indiscrezioni i leader di Destra Sociale (Alemanno e Storace) e Destra Protagonista (La Russa e Gapsarri), starebbero lavorando, se non proprio ad un documento unico di indirizzo politico, almeno a due testi simili da far convergere durante la direzione nazionale del 28 luglio. Nei documenti si porrebbero alla riflessione della direzione una serie di temi ritenuti centrali per decidere come posizionare il partito. Sono le questioni cruciali all'ordine del giorno nella Cdl, come il partito unico e la riforma della legge elettorale, sui quali Gianfranco Fini non ha ancora preso una posizione ufficiale, ma non solo. Il partito verrebbe sollecitato anche ad una nuova riflessione sull'identità rispetto a temi più generali come la sicurezza, la droga e l'economia. L'obiettivo dei colonnelli sarebbe quello di aprire un dibattito interno più ampio. Anche se c'è chi vede in questo lavoro comune un modo per ricucire con Fini e dare un contributo alla crescita del partito. Un tentativo per abbassare i toni ed evitare nuovi traumi. Un'ipotesi che sembrerebbe confermata anche dalla decisione di Ignazio La Russa di non partecipare, per evitare fraintendimenti, alla convention organizzata oggi e domani ad Orvieto da Destra Sociale. Basterà tutto questo a fermare «l'ira funesta» di Fini?