È tornata in Italia la salma di Benedetta
Ad attenderla in aeroporto c'erano sua mamma Nella, papà Roberto, le sorelle Giulia e Roberta e il fidanzato Fiaz Bhatti. Oltre alla famiglia, c'erano anche il ministro Tremaglia, il vicesindaco di Roma, Garavaglia, e il sindaco di Fiumicino. Il silenzio era rotto solo dal pianto a dirotto della mamma, sottobraccio al marito che ha cercato a più riprese di rincuorarla. La salma è stata condotta nell'area merci della compagnia di bandiera. Qui il feretro è stato accolto nel tricolore e portato a spalla da otto dipendenti degli aeroporti di Roma, alcuni dei quali ex colleghi di papà Roberto, ora in pensione. Il feretro è stato poi trasferito sul carro funebre, per essere portato all'Istituto di Medicina legale dove questa mattina verranno svolti ulteriori accertamenti genetici. Prima di lasciare lo scalo di Fiumicino, familiari e autorità si sono stretti intorno al carro funebre e la mamma Nella ha toccato più volte la bara con la mano, ripetendo il nome di Benedetta. I funerali di Benedetta si svolgeranno domani alle 11 nella parrocchia di Torrevecchia, il quartiere di Roma dove risiedono i familiari della giovane. Benedetta era morta tra le lamiere della metropolitana a Aldgate dove, alle 8 e 50 del 7 luglio, si era fatto saltare l'attentatore britannico di origini pachistane, Shehzad Tanweer di 22 anni. Per giorni i familiari avevano coltivato la speranza di trovarla ancora in vita. Ma la speranza si è spenta intorno alla mezzanotte di sabato scorso, quando una telefonata aveva avvertito l'ambasciata italiana a Londra che il corpo della trentenne romana era stato identificato, probabilmente attraverso il dna. Secondo la ricostruzione, quel «maledetto» giovedì, per andare a lavorare, Benedetta prese il treno delle 6 e 25 che arrivò alla stazione di Liverpool Street alle 8 e 40, 17 minuti in ritardo rispetto all'orario di arrivo fissato per le 8 e 23. E potrebbero essere stati proprio quei pochi minuti a segnare il destino di Benedetta e farla salire sul treno della morte. Erano molti anni che la giovane italiana viveva in Gran Bretagna. Era giunta a Londra da ragazza, per imparare l'inglese e per mantenersi agli studi aveva lavorato come baby sitter. Poi si era laureata e specializzata in informatica. Era stata assunta dal Financial Times come funzionaria ed era poi passata alla Penguin Books, dove era impiegata come analista finanziaria e dove si stava recando anche la mattina del 7 luglio. Tre anni fa aveva conosciuto Fiaz Bhatti, cittadino britannico musulmano di origine pakistana ed era stato subito un grande amore. I due vivevano insieme a Norwich, a nord di Londra. Ed è stato proprio Fiaz Batthi ad «accompagnare» la ragazza nel suo ultimo viaggio dopo che, nei giorni scorsi, la famiglia aveva inizialmente deciso di andare a Londra per essere vicino alla salma nel viaggio di ritorno verso casa. Nel frattempo ieri, alla presenza dei genitori, il pubblico ministero Franco Ionta, titolare del fascicolo sulle conseguenze per i cittadini italiani degli attentanti di Londra, ha conferito l'incarico per il test del dna e per l'esame esterno sulla salma. Gli accertamenti serviranno per un'ulteriore conferma che si tratti proprio di Benedetta e saranno svolti dal direttore dell'Istituto di medicina legale, Paolo Arbarello, e dal medico legale, Giancarlo Umani Ronchi. Nei giorni scorsi anche il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, aveva inviato alla famiglia Ciaccia un messaggio di cordoglio.