«Basta con i veti dei partiti nani»

00quando il premier arriva a palazzo Wedekind per partecipare all'incontro organizzato dal gruppo di Forza Italia al parlamento europeo sulla casa comune dei moderati. Il premier scende dalla macchina e, circondato dalla scorta e si dirige veloce verso la sala Angiolillo. senza rilasciare dichiarazioni. Ma avrà tempo per recuperare. Innanzitutto concludendo i lavori del convegno. Il presidente del Consiglio sale sul podio e non toglie la giacca. Questa scelta gli peserà e non poco nel corso dell'intervento. Insala, infatti, fa molto caldo. Il premier comincia a sudare, ma se la cava con una battuta. «Non c'è nulla di buono che si raggiunga senza sangue, sudore e lacrime...» Poi spazio alla politica. Non prima di aver dedicato un aneddoto ciascuno agli ospiti d'onore del convegno: la francese Nicole Fontaine, il tedesco Klaus Heiner Lehne e lo spagnolo Gerardo Galeote. Tre esponenenti del Ppe chiamati a raccontare le loro esperienze nazionali. Quindi Berlusconi parte con il racconto della sua discesa in campo per arrivare all'esperienza del governo. «Un governo - dice - che ha realizzato meno di quanto si riteneva possibile, anche a causa dell'11 settembre e della crisi economica, ma che comunque ha fatto giungere in porto ben 24 riforme». E parte con l'elenco: infrastrutture, scuola, mercato del lavoro. Ma è sulla giustizia che il premier dà il meglio di sè. «Certo non è quello che avremmo voluto fare all'inizio - ha detto riferendosi alla riforma approvata proprio ieri alla Camera -, ma è un primo e importante passo verso una giustizia giusta e processi che siano contenuti nel tempo». Quindi Berlusconi ha fatto sapere che, nel Consiglio dei Ministri in programma questa settimana sarà votata la riforma del codice di procedura penale. L'ultima parte del suo discorso è ovviamente dedicata alla casa comune dei moderati. Berlusconi rilancia: «Abbiamo bisogno di un salto in avanti, di un salto di qualità. Uniamoci tutti insieme, serve una unica grande forza politica». «Con un partito unitario vincente - aggiunge - , potrei anche lasciare spazio ad altri». Poi, però arriva, una leggere frenata. «Non so se potremo farlo immediatamente - riprende -, domani o dopodomani. Non sappiamo se possiamo realizzarlo nell'immediato. Ma sono convinto che riusciremo a realizzare questa nostra iniziativa». Quindi il premier spiega il perché, oggi, più che mai, sia necessario dar vita a questa casa comune. «Avremmo voluto e potuto fare molte cose - continua - se all'interno della maggioranza e della coalizione ci fosse stato il segno della democrazia». «Cioè - ha spiegato - quella regola per cui dentro una coalizione, dentro una federazione, dentro un governo, c'è una maggioranza e una minoranza. E in base a questo sistema si determina una maggioranza che vota e la minoranza si adegua al risultato del voto. Questo, da noi non esisteva, non è esistito e non esiste ancora. E anche in questi giorni, pure questa mattina, ancora una volta ho dovuto prendere atto che basta il veto di un singolo, anche piccolo partito, per mettere da parte decisioni che invece, hanno una larga, anzi larghissima maggioranza». «Da qui - conclude - la mia esigenza di un passo avanti, attraverso la creazione di un partito unitario nel centrodestra». Ma il Berlusconi day non è ancora giunto al termine. Prima, lasciando palazzo Wedekind, fa sapere di aver nominato Raffaele Fitto coordinatore regionale della Puglia. Poi, nel pomeriggio, alla Camera per il voto di fiducia sulla riforma della giustizia, il Presidente del Consiglio, prima di incontrare Fini e Casini (ufficialmente sul tema della legge elettorale), si concede una altro paio di battute. Prima fa il vago sulla possibile data delle elezioni («non si sa se saranno il 7 maggio»). Poi torna a parlare di casa comune e legge elettorale. «Non ho frenato affatto - dice -, sono sempre deciso, si farà di sicuro, anche se non posso dire se domani o dopodomani. C'è un appuntamento elettorale e siamo frenati perché per ottenere tutti i voti si devono presentare tutti