An si spacca anche sul testo

Intervenendo a nome del gruppo ieri in Aula, il deputato di An, si è lasciato andare ad un attacco tanto appassionato quanto duro contro la magistratura «militante», citando il caso Andreotti e tutta una serie di altri casi in cui «qualcuno si è servito dei giudici e di questa o quella corrente per muovere attacchi». La tensione diventa subito evidente ma è solo alla fine dell'intervento che il dissenso esplode. Non appena Cola spegne il microfono Ignazio La Russa lascia il suo banco, gli si para davanti e comincia a muovergli tutta una serie di contestazioni su alcuni punti degli interventi. Sembra finita lì, ma alla fine del dibattito, poco dopo l'ingresso in Aula del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Teodoro Buontempo ha chiesto la parola a titolo personale. Niente di male se non fosse che Buontempo è vicepresidente del gruppo di An. E così la frattura è diventata di fatto pubblica. «Durante la foga del suo intervento - chiarisce Buontempo - il collega Cola si è lasciato andare a posizioni che però non rispecchiano il pensiero del nostro gruppo parlamentare». «Da parte nostra - ribadisce il vicepresidente del gruppo - c'è il massimo rispetto nei riguardi della magistratura. Certo, siamo critici rispetto a chi ne ha fatto un uso politico, ma mai potremo dimenticare il sacrificio delle vite, accanto a quelle delle forze dell'ordine, di quei magistrati uccisi nella lotta per la legalità e per la difesa dello Stato nella storia del nostro Paese». Nell'Aula il pensiero è volato veloce a Borsellino e Falcone. Proprio per questo le parole di Buontempo sono state sottolineate da un lungo applauso che proveniva anche dai banchi dell'opposizione.