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Margherita, i prodiani rompono la tregua

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Arturo Parisi attacca Rutelli: «È troppo a destra». È battaglia anche sui criteri del tesseramento

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Dopo le settimane di passione seguite alla bocciatura della lista unitaria della Fed, gli ulivisti tornano a far sentire la propria voce e non nascondono il loro obiettivo: diventare maggioranza nel partito rilanciando il progetto dell'Ulivo. Arturo Parisi, leader della componente, attacca a testa bassa la coppia Rutelli-Marini, e la maggioranza risponde altrettanto duramente. La tensione nel partito torna alta e già si intravede la battaglia in vista della chiusura del tesseramento, prevista per il 31 ottobre. I parisiani sono riuniti all'Hotel Radison e il titolo dell'iniziativa non lascia spazio a interpretazioni: «Oltre la gelata. Un nuovo inizio per l'Ulivo». Nella sua relazione di apertura Parisi spiega che la minoranza è determinata a organizzare la rivolta contro chi ha tradito l'Ulivo e denuncia uno spostamento sempre più a destra della politica di Rutelli e dei Dl. Per rilanciare il progetto, la minoranza comincerà organizzando i «comitati ulivisti per Prodi presidente», a sostegno dell'impegno del Professore per le primarie del centrosinistra. La platea è gremita e Willer Bordon, presidente dei senatori Dl, non nasconde la propria soddisfazione per il successo dell'iniziativa: «Siamo tra i 600 e i 1000, tutti quadri e dirigenti di partito». Partecipano, tra gli altri, il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, il sindaco di Bari Michele Emiliano e il governatore della Sardegna Renato Soru, gli ultimi due non iscritti ai Dl. Tutti gli interventi battono sempre sullo stesso tasto: l'Ulivo non si abbandona, è un grande progetto di cambiamento della società italiana e ci sarà battaglia dentro e fuori la Margherita. Anche perchè c'è chi, oltre allo stesso Parisi, accusa i Ds di essere correi del fallimento della lista unitaria: «Hanno perso un'occasione storica - osserva un importante dirigente della minoranza - e sono tornati indietro di 10 anni». Ma lo scontro più difficile sarà quello interno al partito. «Vogliamo diventare maggioranza attorno al progetto dell'Ulivo», incalza Gasbarra. «Lavoriamo per rovesciare gli attuali rapporti di forza - insiste un dirigente vicino a Romano Prodi - e sto pensando per esempio al gruppo di Castagnetti, Letta e Bindi». Altra tappa dello scontro tra le due anime del partito riguarderà il tesseramento. Insomma, nella Margherita le tensioni sono tutt'altro che sopite, tanto che le reazioni dei rutelliani e dei mariniani all'iniziativa ulivista e ai toni usati dai dirigenti della minoranza sono piuttosto dure. «Parisi cerca lo scontro - si lamenta Renzo Lusetti - e così facendo danneggia i Dl, il centrosinistra e Romano Prodi». La pace, nonostante l'accordo raggiunto tra maggioranza e minoranza pochi giorni fa, sembra dunque lontana, anche perchè le insofferenze da parte di diversi esponenti parisiani sono tutt'altro che superate. È vero che la scissione non è più di attualità. Ma è altrettanto vero che nel cortile del Radison c'è anche chi rimpiange di non aver rotto al momento opportuno.

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