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Destra e Lega, nasce l'asse per la famiglia

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I due partiti aprono la partita per la Finanziaria: «Vogliamo il quoziente familiare»

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E più sostegno alla natalità attraverso il bonus figli. Lo chiede il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che rilancia la proposta di introdurre il sistema del cosiddetto «quoziente familiare» per aiutare le famiglie più numerose. Proposta che trova d'accordo An e che ha sempre avuto tra i suoi sostenitori l'Udc e parte del sindacato, a partire dalla Cisl di Savino Pezzotta. Maroni si dice soddisfatto per il documento di programmazione, che tra le sue priorità ha anche quella di intervenire non solo per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie attraverso misure per contrastare il caro-petrolio, il caro-affitti e il caro-tariffe, ma anche per sostenere il reddito dei nuclei meno abbienti. Obiettivo, quest'ultimo, che lo stesso premier Silvio Berlusconi ha indicato come prioritario. «Abbiamo lavorato bene - spiega Maroni il giorno dopo il varo del Dpef - ma ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti». Così assicura che la Lega insisterà perché il Governo introduca nella Finanziaria forme di fiscalità di vantaggio per le famiglie, a partire dal meccanismo del «quoziente familiare» Meccanismo attraverso il quale i benefici fiscali sono proporzionati al numero dei componenti della famiglia. Poi bisogna pensare ai nuclei monoreddito o a quelli che comunque sono meno agiati. Per questo per il ministro del Welfare «va rafforzato il sistema detrazioni-deduzioni e quello degli assegni familiari». E l'aumento delle detrazioni per le spese sostenute da chi ha figli all'asilo nido - misura esplicitamente indicata nel Dpef - per Maroni non può essere certo l'unica risposta. Il ministro del Welfare, infine, insiste su quello che da sempre è un suo vero e proprio cavallo di battaglia: gli incentivi per il sostegno alla natalità, potenziando l'esperienza del cosiddetto bonus-figli. An stavolta è al fianco della Lega e plaude alle proposte di Maroni. «Le sue posizioni sono le nostre», spiega il presidente della Commissione Finanze del Senato, Riccardo Pedrizzi, per il quale «nella prossima Finanziaria, compatibilmente con le esigenze di bilancio dello Stato e con le risorse disponibili, bisogna riconoscere i reali carichi familiari introducendo misure strutturali che realizzino piena equità fiscale». Dunque, «sì al quoziente familiare», vale a dire a una «tassazione che tenga conto del numero e delle condizioni dei componenti del nucleo familiare». Ma sì anche a un sistema fiscale «che garantisca a tutte le famiglie il diritto di dedurre le spese necessarie al mantenimento e all'educazione dei figli». Piena sintonia col ministro del Welfare anche sul sostegno alle nascite, potenziando le misure volte a «rallentare e invertire il fenomeno della denatalità». E da An arriva anche un appello perché la Finanziaria che verrà - spiega il ministro Gianni Alemanno - non abbia un «carattere elettorale», ma «una valenza strategica per lo sviluppo dell'economia italiana». Critiche sul Dpef appena approvato, intanto, continuano a piovere dal sindacato. «Gli obiettivi sarebbero anche buoni. Le ricette, non pervenute», ironizza il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, per il quale «è grave che il Dpef sia vuoto di risposte e pieno di propositi. Lotta all'evasione fiscale, riduzione della spesa pubblica... siamo tutti d'accordo. Però sono traguardi costosi e non si capisce dove troveranno i soldi».

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