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La città spera nella bandiera olimpica

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A una settimana dagli attentati terroristici di Londra, è Torino, sede dei Giochi invernali il prossimo anno, a lanciare un messaggio di speranza presentando il ricco programma di iniziative per la tregua olimpica in occasione della rassegna invernale a cinque cerchi. Una serie di iniziative, presentate nel salone d'onore del Coni, che cominceranno il prossimo settembre per concludersi a febbraio 2006: l'appuntamento istituzionale sarà rappresentato dalla firma dell'appello alla tregua a Torino, il 24 settembre, e che vedrà mobilitati oltre 200 sindaci di tutto il mondo. Stesso rituale il 29 e 30 anche a Gerusalemme, da parte dei rappresentanti delle religioni del Libro, e a Sarajevo, dove la firma verrà apposta dai sindaci della città che rappresentano le tre etnie presenti. «Non ho riscontri che altri Paesi sulla tregua si siano impegnati così come Torino — ha detto il sottosegretario Mario Pescante nelle vesti di supervisore dei Giochi — Torino rappresenta un esempio». E naturalmente è il problema sicurezza, dopo gli attentati arrivati nel cuore dell'Europa, a tenere in ansia tutti. Ma Pescante ha cercato di smorzare gli allarmismi del dopo-Londra. «Si sta lavorando alla sicurezza, le misure sono riservate ma notevolmente aumentate, per il resto insciallah... Ma io confido che la maggiore garanzia in termini di sicurezza sia la bandiera bianca con i cinque cerchi olimpici e la colomba della pace. È vero che spesso le Olimpiadi sono state occasioni di sangue e parlare di tregua significa riaffermare un simbolo dei valori olimpici. Speriamo possa essere rispettata».

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