Berlusconi rilancia: «Torniamo al proporzionale»
Anche il Presidente del Consiglio nello stilare una piccola classifica dei suoi sogni da qui al 2006 ha identificato nel ritorno al proporzionale, una delle condizioni necessarie, per una vittoria «sicura» del centrodestra. Anzi il Cavaliere immagina addirittura una «grande campagna» sul proporzionale, durante la quale il leader della Cdl potrebbe tornare a quelli che definisce «i furori giovanili», andando a chiedere agli italiani quel «51 per cento di voti» per garantire una forte stabilità di governo. Secondo Berlusconi un ritorno al proporzionale consentirebbe di «ottenere un ottimo risultato elettorale», e di pensare in seguito a «nuove alleanze», come si faceva una volta. Sogni. Ma sogni che hanno scladato il cuore dell'ala centrista della Cdl. «Se il presidente del Consiglio apre sulla riforma della legge elettorale in senso proporzionale - ha destto Stefano Graziani, responsabile enti locali dell'Udc - non può che archiviare la proposta di abolizione dello scorporo. Se così fosse, presumo che ci sarebbe da parte dell'Udc una attenzione assai positiva. Comunque, aspettiamo di vedere nei prossimi giorni se si sceglierà la strada del proporzionale che noi auspichiamo o quella contraria dell'abolizione dello scorporo». È evidente, secondo i centristi, che l'abolizione dello scorporo (che accentuerebbe il carattere maggioritario del sistema elettorale) è in aperto contrasto con un ritorno al proporzionale. Quello posto dall'Udc, quindi, è come spesso accade, una aut aut. Potrebbe essere il proporzionale, quindi, la chiave di volta per sbloccare l'empasse in cui è piombato il centrodestra sul tema della legge elettorale. Oggi, in ogni caso, dovrebbe svolgersi il vertice tra segretari e capigruppo della maggioranza per cercare un accordo di coalizione sull'abolizione dello scorporo. Incontro che era slittato ieri proprio per dare ai partiti il tempo di studiare approfonditamente le modifiche volute dagli azzurri (in particolare l'abolizione dello scorporo e l'aumento, fino a 8, del numero dei contrassegni delle forze politiche) e contenute nel «testo Bruno» che è all'esame della commissione Affari Costituzionali della Camera. Quello che si cerca è un no di tutto lo schieramento alle liste civetta - il trucco che, grazie ai buchi del Mattarellum, consente di inibire nel proporzionale l'incidenza dello scorporo - che, non solo contribuirebbe alla moralizzazione della competizione elettorale, ma avrebbe anche un chiaro significato politico.