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Casini: «Un patto per l'economia»

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Una manifestazione resa ancora più solenne dalla partecipazione del capo dello stato Carlo Azeglio Ciampi, dei presidenti di Camera e Senato Pierferdinando Casini e Marcello Pera, del presidente della Corte costituzionale Piero Alberto Capotosti, del ministro degli affari regionali Enrico La Loggia e del sottosegretario alle riforme istituzionali Nuccio Carrara che ha sostituito all'ultimo minuto il ministro Roberto Calderoli. E proprio il presidente della Camera, intervenendo all'Assemblea, ha sottolineato che la necessità di «un Patto per far ripartire l'Economia». «Si impone a tutti noi nell'interesse dell'Italia - ha detto Casini - un Patto che unisca i comuni, le province, le regioni e lo Stato, quale che sia la maggioranza che li governa». «È già successo nel nostro Paese - ha osservato Casini - dunque può succedere ancora. È questa la strada per far ripartire l'Italia». Il presidente della Camera ha formulato la proposta dopo aver sottolineato la necessità di misure strutturali per contrastare la crisi economica. «Un Patto - ha argomentato - che impegni ad assumere le decisioni che servono a tutti, e non solo quelle cha piacciono o possono piacere ad alcuni». Dal canto suo il presidente del Senato Marcello Pera, ha invece cheisto di riesaminare «con coraggio» il federalismo uscito dalla riforma del titolo V della Costituzione. Federalismo che ha portato a un eccesso di conflittualità tra lo Stato e le Regioni, documentato dal sempre più alto numero di sentenze della Corte Costituzionale sull'argomento. Nel suo discorso all'Assemblea Pera si è soffermato sul problema dopo aver citato i dati contenuti in un volume sull'argomento pubblicato dal Servizio Studi del Senato. «Occorre avere il coraggio di esaminare la situazione con pacatezza - ha detto - e di cercare una soluzione affinché i rapporti tra Stato e Regioni siano equilibrati e bilanciati. Bisogna avere il coraggio di modificare ciò che si dimostrerà necessario. Continuare per anni con questa conflittualità permanente rappresenta un costo eccessivo per il nostro paese». I dati presentati da Pera dicono che già nel 2003 le sentenze della Corte Costituzionale su conflitti tra Stato e Regioni rappresentavano il 49,2% del totale. Valore passato al 56,8% nel 2004 e al 55% nel primo semestre del 2005. «Si tratta di un dato anomalo e un po' allarmante», ha sottolineato Pera. «Segno che il federalismo varato nel 2001, che doveva essere solidale e non competitivo, è invece altamente conflittuale». Pera ha quindi criticato l'impostazione del federalismo varato nel 2001, con la divisione delle competenze per materia. Anche il sottosegretario di Stato per le Riforme istituzionali e devoluzione Nuccio Carrara, ha voluto parlare della riforma del titolo V. «La devoluzione - ha detto - è nella conoscenza degli italiani da molto tempo, il processo della devolution inizia con le leggi Bassanini. Mi sono state fatte osservazioni in aula, sul fatto che la modifica del titolo V non fosse esaustiva, ma il tentativo fatto dal Governo è di riforma organica e non solo correttiva». «Non voglio fare polemiche - ha spiegato Carrara - il contenzioso tra le Regioni che vogliono sempre più poteri è altissimo. Noi abbiamo cercato di rafforzare vari principi: quello di solidarietà, dal punto di vista economico. Infatti si è stati rispettosi del federalismo fiscale e si è dato aiuto alle aree deboli». «Abbiamo tentato di rafforzare anche il principio di sussidiarietà, - ha detto ancora - collegato con la reale collaborazione tra Stato, Regioni e enti locali. È stata data dignità costituzionale alla Conferenza Stato-Regioni che ha permesso di andare incontro agli interessi di tutti». «Anche il principio di autonomia è stato rispettato con particolare attenzione - ha concluso Carrara - ma l'autonomia deve valere per tutti. Abbiamo pensato di dare vita a un federalismo equilibrato, ragionevole che vada incontro agli in

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