Urso: «Con Poste, Rai e Alitalia si può ancora privatizzare»
Per questo, nella Finanziaria che verrà, è necessario che il Dpef non rimanga una dichiarazione d'intenti e quindi la maggioranza deve puntare con decisione alla vendita di altri asset statali, dall'Eni all'Enel, da Finmeccanica alle Poste. Il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso, traccia le linee guida della manovra di fine legislatura che, dice in un'intervista all'Ansa, «deve avere al centro anche le privatizzazioni, che rappresentano una sana, saggia, significativa e necessaria politica economica». «Su questi temi - afferma Urso - avverto una sottovalutazione da parte di alcuni all'interno della maggioranza». Invece è necessario agire con convinzione, perché «occorre una manovra che serva da una parte a ridurre il debito e contenere il deficit e dall'altra a realizzare una politica di sviluppo e crescita: e le privatizzazioni servono all'una e all'altra cosa». A giudizio di Urso, infatti, la dismissione di quote da parte dello Stato, accompagnata alla liberalizzazione nei vari settori, «rende il sistema più competitivo e quindi i servizi più efficienti, così il Paese cresce in maniera più armonica». Tra l'altro, sottolinea il viceministro, «sembra il momento migliore anche in base all'andamento del mercato borsistico, visto anche come sono andare le cose per Enel 4». Il bacino da cui attingere, secondo Urso, è soprattutto quello delle tre aziende strategiche in cui lo Stato già è sceso intorno al 30%, e cioè «le due energetiche, Eni ed Enel, ma anche Finmeccanica, che sta dando i migliori risultati sul piano internazionale anche per la capacità di competere sui settori a più alta tecnologia». Urso non si nasconde però i rischi derivanti da tali scelte e avverte che «in questi casi è necessario evitare di favorire eventuali scalate aggressive, cosa che non si può più fare con la golden share, ma attraverso il frazionamento del capitale». Quanto alle altre aziende in mano pubblica che potrebbero essere quotate sul mercato, il viceministro cita Poste, Alitalia e Rai, anche se - spiega - per ciascuna di queste vanno prima risolte alcune questioni. Per le Poste, per esempio, «va assicurato il servizio universale, come è stato fatto per le telecomunicazioni», mentre per l'Alitalia «è necessario prima completare il quadro strategico». Più complessa, almeno a prima vista, sembra la partita relativa alla Rai. «Si tratta - conferma il viceministro - di un obiettivo importante, ma purtroppo la governance non sta funzionando e quindi prima di pensare alla privatizzazione è necessario risolvere quel problema». Secondo l'esponente di An, quindi, rimettere mano alla legge e procedere a un ripensamento del meccanismo predisposto per l'elezione del presidente sarebbe «un atto di responsabilità».