Inizia il percorso a ostacoli per Siniscalco
Il ministro dell'Economia è isolato e deve accontentare la maggioranza, l'Ue e il governo
Le ultime limature al testo potrebbero infatti arrivare già nel corso di un vertice di maggioranza che dovrebbe tenersi mercoledì sera a Palazzo Chigi. Nelle ultime ore, i leader della Casa delle libertà avrebbero fatto pressing sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per definire in modo collegiale l'ultima versione del Dpef prima del via libera definitivo da parte del Consiglio dei ministri. Insomma, si cerca ancora la quadratura del cerchio per inserire una serie di interventi che poi verranno definiti nella Finanziaria per il 2006. Ampio il ventaglio delle richieste alle quali il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco dovrà fare fronte: dall'innalzamento dell'Iva dal 20 al 21%, a un inasprimento delle rendite finanziarie. Ma anche interventi mirati per il sostegno delle piccole e medie imprese fino ad arrivare a una migliore definizione del programma di privatizzazioni che nella bozza provvisoria del Dpef indica genericamente incassi per 15 miliardi di euro l'anno tra il 2005 e il 2008. Quella che si apre è in generale una settimana all'insegna dei conti pubblici italiani. Si inizia a Bruxelles con la riunione dei ministri della zona euro (Eurogruppo) per poi proseguire con la sessione a 25, dove sarà definita la posizione dell'Ecofin sui conti pubblici italiani e sarà formalizzata la procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese. Sono comunque in molti a scommettere che in quella sede sarà raggiunto un «accordo politico» sullo stato dei conti italiani, dato che le nuove regole del Patto di stabilità non sono ancora entrate in vigore. Mercoledì pomeriggio, poi, una volta cioè che il ministro Siniscalco avrà fatto ritorno da Bruxelles, inizierà il confronto sul Dpef con gli enti locali. In serata, come si diceva, è atteso il vertice di maggioranza alla presenza del premier Berlusconi, mentre giovedì verranno ascoltate a palazzo Chigi le parti sociali. E se Confindustria chiede tempi rapidissimi per l'approvazione del testo, i sindacati invece sono già sul piede di guerra e si preparano a un autunno caldo. Un autunno, come lo ha definito il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, «che ci riserverà amare sorprese» se i costi del risanamento verranno fatti pagare ai lavoratori e ai pensionati. Piuttosto, insiste il leader della Conferazione di via Po, occorre colpire le rendite finanziarie. L'ultimo atto sul documento, infine, è previsto con il disco verde al Dpef da parte del Consiglio dei Ministri. Con tutta probabilità, la riunione sarà convocata venerdì mattina. Il rush finale comincia comunque con l'incognita Siniscalco. Il ministro dell'Economia è stato duramente contestato dal vicepremier Giulio Tremonti, che sino a un anno fa era il suo «principale» (Tremonti era ministro e Siniscalco direttore generale del Tesoro). Ma si trova di fatto isolato all'interno nel governo, visto che larga parte di Forza Italia lo considera ancora la quinta colonna del centrosinistra. Insomma, un infiltrato, una sorta di Mata Hari della politica economica italiana. Lui non ci sta e a ha chiesto e ottenuto la fiducia del premier Silvio Berlusconi previa mediazione di Gianni Letta. Basterà? È presto per dirlo, visto che tutto si giocherà sulle scelte e sui contenuti. An e parte dell'Udc spingono per esempio per aumentare le rendite finanziarie, come chiede Confindustria. Mentre Lega e Forza Italia (e Berlusconi) hanno già detto di no. Siniscalco dovrà mediare anche su questo.