I vescovi: non votate i politici abortisti
A dodici giorni di distanza, ieri mattina, è stata la segreteria generale dell'XI Sinodo dei vescovi, in programma a Roma dal 2 al 23 ottobre prossimo, a tornare sull'argomento, con toni decisi. In un testo di sintesi, infatti, che raccoglie vari contributi mandati in Vaticano da vescovi e preti di tutto il mondo proprio in vista del prossimo Sinodo che avrà a tema l'eucaristia, la Chiesa torna a dettare le modalità di comportamento dei cattolici, e lo fa senza mezzi termini. La sintesi - chiamata in gergo Instrumentum laboris - dopo tre capitoli in cui parla dell'eucaristia in rapporto al mondo attuale, alla fede e alla Chiesa, entra nel merito del suo rapporto con la missione, e cioè con la testimonianza che i fedeli offrono di essa nel mondo. Ed è qui che cominciano le bordate. Secondo il testo, infatti, l'eucaristia non può essere separata dalla vita morale, dal comportamento dei fedeli. Essa deve incidere nella vita dei credenti che, proprio in quanto tali, debbono vivere secondo gli insegnamenti etici della Chiesa, ricercando «la verità» e avendo «una coscienza retta». E tutto questo con conseguenze pratiche. Innanzitutto il testo invita i cattolici a non votare i politici che appoggiano l'aborto (è peccato votarli, si legge), e non solo: agli stessi cattolici è chiesto di non accostarsi alla comunione se colpevoli di peccati mortali quali l'aborto, e quindi anche se divorziati. Coloro, infatti, che praticano una vita non nei canoni dell'ortodossia cattolica e poi si accostano alla comunione, recano scandalo e dimostrano «di non conoscere la differenza che c'è tra peccato veniale e mortale». E poi l'accusa della corruzione, piaga a cui anche i cattolici non riescono a sottrarsi. I politici, in particolare, dovrebbero cercare di costruire una società giusta e aiutare la missione della Chiesa nel mondo. È l'eucaristia, infatti, «che ha sempre dato forza alle scelte e ai comportamenti etici e morali dei credenti trovando accoglienza nella filosofia, nell'arte, nella letteratura e perfino nelle istituzioni civili e nelle leggi, contribuendo a modellare il volto di un'intera civiltà nella vita culturale, politica e sociale». Da ultimo, oltre a richiami riferiti direttamente ai sacerdoti perché rilancino il canto gregoriano sottolineando la necessità di far conoscere al popolo il «repertorio essenziale» e l'Instrumentum ricorda come la sorgente della pace, ricercata e desiderata, sia l'eucaristia. «La chiesa - si legge nel testo - promuove la causa della pace nel mondo sconvolto da conflitti, violenze, terrorismo, guerre che feriscono la dignità degli uomini e ostacolano lo sviluppo».