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«L'Unione non ha un candidato migliore di me»

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Petruccioli al mare si confessa: «Voglio vedere come faranno a dare l'ok su un altro nome»

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Avanza imponente, sfidando il vento e l'acqua, davanti ai vari Chicco Testa, Claudio Martelli e Andrea Purgatori sdraiati all'Ultima Spiaggia maremmana a godere del sole o dei loro bambini. Il senatore diessino Claudio Petruccioli, se non riuscirà a sedere sul trono della presidenza Rai (che ormai sembrava a lui destinato quasi per volontà divina), per colpa di Romano Prodi e, dicono, soprattutto, di Piero Fassino, allora rimarrà comunque l'indiscusso re di Capalbio, oltreché il presidente della Vigilanza più decisionista e protagonista che la storia ricordi. Se ieri pomeriggio ha dovuto affrontare ancora una volta, come un flemmatico domatore di leoni, i conflitti della Vigilanza, le richieste improvvise del presidente pro-tempore Curzi e quelle dei commissari Udc che esigono un presidente subito, ecco che solo poche ore prima, Petruccioli l'intellettuale, beato si abbandonava, davanti ai nostri occhi battuti dal vento, all'abbraccio del mare amato dall'intellighenzia di sinistra e non. «Presidenteeee....Presidenteeee!», azzardiamo in tenuta balneare con l'acqua al polpaccio, convinti che il barbuto senatore si fermi, gentile come sempre, ma solo per un fugace saluto. Ma non è così. Dopo aver faticato un poco a riconoscerci in un contesto lievemente diverso da Palazzo San Macuto, il diessino compagno di banco di Fedele Confalonieri, si apre subito ad una lunga confessione da leone ferito dagli intrecci politici, che però non molla, anzi magari già sta preparando la rivincita. «Tradito» dai suoi stessi compagni di partito, hanno detto alcuni e lui, dopo la rabbia, dosa le parole saggiamente. Ma non lascia dubbi, sul fatto che non dimenticherà. Prodi continua a dire che la maggioranza non si è espressa sul suo nome, come se non si sapesse che lui ha contribuito ben bene a bruciare la sua candidatura. Anche se per qualcuno... non è detta invece l'ultima parola. «Il fatto è che la situazione si è incartata parecchio. Mi sembra evidente. Certo, voglio proprio vedere in che modo quelli dell'Unione, dopo tutto quello che è successo e dopo aver detto il mio nome a vuoto, daranno l'ok su un'altra proposta...». È chiaro: il centrosinistra non potrà tirar fuori un candidato più adatto di lui per la Rai, nemmeno se lo costruisse pezzo per pezzo, nella famosa Fabbrica di Prodi. E solo lui ha ricevuto dichiarati apprezzamenti bipartisan... Anzi, pare più amato a destra che a sinistra... «Senta, io sono il primo presidente della Vigilanza ad essere stato eletto quasi a maggioranza totale. Solitamente i commissari dell'opposto schieramento si astenevano... Non posso certo dirlo io, ma non sarà facile...», sottolinea sempre a mollo, in bermuda celeste polvere, il nostro sovrano di San Macuto, che ora studia le mosse dei suoi compagni diessini, ma ha già parlato con Siniscalco più volte. «Sì, ci siamo sentiti - ammette -. E naturalmente mi ha confessato che se non c'è un accordo politico è inutile che, dopo la bocciatura di Andrea Monorchio, continui a fare un nome a settimana, mandando allo sbaraglio seri professionisti». Nonostante le nostre estremità comincino a formicolare diventando di ghiaccio, ricordiamo lo stesso i candidati dell'ultim'ora, dall'amministratore delegato della Sipra Mario Bianchi a Stefano Parisi, fino a Biagio Agnes. E pure quello nuovo di Luigi Cappugi, attuale ad della Società italiana di monitoraggio, che un tempo è stato consigliere economico di Andreotti... «Ce ne sarebbero», è convinto Petruccioli che però preferirebbe gli ex ambasciatori Boris Biancheri o Sergio Romano, ma al contrario di molti colleghi trova che «sarebbe meglio un presidente "politico" invece di un presidente "tecnico" con un consiglio di amministrazione così politicizzato come l'attuale. Solo un politico è in grado di mediare in una situazione di questo tipo». Le occasioni di frizione tra lui, eterno candidato presidente, e il consigliere anziano Sandro

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