Il capo dello Stato interviene al Parlamento Europeo e difende la moneta unica

Un discorso contestato dai leghisti di casa nostra. L'Europa politica e costituzionale è già una realtà incontestabile, ha affermato fra gli applausi. Ciampi ha parlato con rispetto della battuta d'arresto che si è avuta dopo il «no» al referendum francese e olandese. «Dobbiamo valutare con realismo — ha detto — il senso del rigetto verificatosi in due Paesi legati fin dalle origini alla vicenda europea». Se si approfondiscono le vere motivazioni, si scopre «un malessere diffuso che riguarda non tanto l'assetto istituzionale quanto le politiche di governo dell'Ue»: un chiaro riferimento alle responsabilità dei governi nazionali che troppe volte hanno scaricato sull'Europa le colpe di insuccessi e decisioni impopolari. Oggi non si deve fare l'errore di affossare il Trattato costituzionale: significherebbe farne il «capro espiatorio» di colpe che non ha. Al Parlamento europeo, il capo dello Stato chiede di operare ancora nel solco della sua «responsabilità storica» di sollecitatore della definizione di un assetto costituzionale completo dell'Europa. Di assumere iniziative «per non disperdere il patrimonio costituente e fare in modo che la pausa di riflessione sulla Costituzione non sia l'anticamera dell'oblio». I parlamentari europei hanno ascoltato Ciampi manifestando il consenso con numerosi applausi. La Lega Nord invece ha espresso ancora una volta il dissenso più netto sulla linea europea espressa da Ciampi e condivisa dal governo italiano. Ieri, appena Ciampi ha detto che l'euro è «la manifestazione più avanzata della volontà unitaria dei popoli europei, una forza trainante dell'integrazione politica», è scattata nel grande emiciclo una clamorosa contestazione: i tre deputati leghisti italiani — Borghezio, Salvini e Speroni — hanno interrotto il presidente gridando ripetutamente «Basta con l'euro. Padania libera», sventolando una bandiera del Carroccio e inneggiando a Bossi e alla Padania. Ciampi ha potuto riprendere il discorso dopo qualche minuto, dopo che il presidente del parlamento europeo Borrell ha espulso i contestatori dall'Aula, stigmatizzando l'episodio. Gli esponenti della Lega hanno poi negato che ci sia stata premeditazione, anche se hanno ammesso che a determinare la contestazione è stata anchela decisione dell'euroassemblea di revocare a Bossi l'immunità parlamentare per i fatti di via Bellerio. Usciti dall'Aula, i tre deputati leghisti hanno trovato ad aspettarli una ventina di «giovani padani» che hanno ripreso gli slogan «Libertà per la Padania, libertà per l'Europa», scandendoli in inglese e mandando a quel paese l'Italia. I deputati leghisti hanno comunque detto di non aver udito la frase ingiuriosa. Ciampi ha poi commentato: «Le interruzioni in Parlamento sono normalità». Il Presidente ha poi ripreso il suo discorso. Nell'Europa a 25 ci sono le condizioni per «andare avanti, tutti assieme», ma su alcune questioni non si deve escludere che gruppi di Paesi vadano avanti prima di altri. «L'Unione ampliata proseguirà unita, ma proprio perché è divenuta più estesa, avrà bisogno più che in passato di iniziative d'avanguardia che indichino la strada da seguire per completare l'unità dell' Europa» e per realizzare una «coesione sociale» che superi «vistose disparità di tenore di vita». Ciampi ha precisato di parlare da «uomo di banca e poi della politica» quando ha ammonito che nella cultura economica dell'Ue occorre «essere capaci di parlare al mercato nel linguaggio del mercato, ma senza assecondarne ogni esuberanza». Una difesa ferrea del ruolo regolatore del potere pubblico. Quel che serve oggi all'Ue, ha ribadito, è «un efficace coordinamento delle politiche di bilancio», un obiettivo a portata di mano ma oggi impedito «dalla mancanza di volontà politica dei gove