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«Per scegliere il leader meglio le primarie che un pranzo fra amici»

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In ritardo di un'ora, a dire la verità. Tanto che, nell'attesa, uno dei vecchi tesserati della Dc, Mauro Ponziani, arrivato a Roma dalla Sabina con in tasca l'ultima tessera della Balena Bianca fatta nel '91, dice: «Quando c'era Andreotti, si che si cominciava puntuali». Buttiglione però è giustificato. Da presidente del partito avrà fatto gli onori di casa al numero uno di Montecitorio con il quale - ricordano entrambi - è stato fondadore dell'Udc. Il ministro è visibilmente soddisfatto. Sa che Casini aggiusterà il tiro dei lavori congressuali, aperti dalla relazione del segretario, che fino a ieri si erano svolti seguendo una linea piuttosto polemica nei confronti del Governo. Buttiglione, rassicurato quindi che «Pierferdinando» recuperarà il rapporto con Berlusconi, può anche concedersi quache riflessione più puntuta sullo stato del centrodestra, premettendo però agli alleati di «non dubitare della lealtà dell'Udc». E anzi, per fugare ogni dubbio, fa subito la lista dei «buoni» e dei «cattivi». «È facile dire chi sono gli amici e i nemici - dice - gli avversari sono la sinistra, Prodi e Rutelli; gli alleati Berlusconi, Fini e... - e qui si ferma un attimo - e anche Bossi». Il ministro rimarca comunque la differenza tra i partner di Governo. «La nostra - attacca rivolgendosi alla platea dei delegati - è una visione antiquata della politica, una politica fatta di elettori che scelgono». Ne approfitta quindi per levarsi un sassolino: «Il prossimo candidato del centrodestra, partito unico o nuovo che sarà, si sceglie consultando tutti. Un candidato si sceglie democraticamente - sottolinea - meglio dunque le primarie, che un pranzo tra amici». E qui apre alla proposta fatta da Marco Follini il primo giorno del Congresso. Buttiglione comunque dà a Berlusconi quel che è di Berlusconi: «Grazie al Cavaliere, ci siamo salvati dal predominio della sinistra», dice come a levarsi un peso. Poi, mettendo da parte i convenevoli, avverte: «Il vecchio quadro delle forze politiche della Cdl è comunque saltato. Berlusconi ha meriti grandissimi, che nella sua relazione ha riconosciuto anche Follini. La sua leadership ha corrisposto tuttavia ad una fase di eccezione e di emergenza nella storia della democrazia italiana». Per Buttiglione è dunque ora «di tornare alla normalità» perché con la formula di adesso «non riusciremo a vincere». E per far questo - conclude il ministro - «bisogna cambiare la natura della leadership». Avanti Casini...

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