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Menia tra i citati Ma sparisce Urso

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Sono loro i «nominati» dal presidente Fini nell'attesissima e delicatissima replica a conclusione della due giorni di An. Passaggi importanti a rimarcare la pace fatta. L'«innominato» d'eccellenza è stato Adolfo Urso, non citato da Fini e bacchettato da Alemanno e Buontempo. A Francesco Storace la prima replica di Fini: «Non è vero che la mia relazione sia stata dettata dalla volontà di dividere. Una divisione all'inteno del partito non la vivrei come maggioranza e minoranza ma come una sconfitta». A Gianni Alemanno: «Ha ragione Alemanno quando chiede chiarezza nel progetto politico. Un progetto politico che di qui al congresso deve radicare sempre più An nella coalizione». Determinante poi il passaggio sulla legge 40, esplicitamente richiesto da Alemanno. «C'è una legge nel suo impianto che prevede la verifica, attendiamo la verifica della legge». Ad Alfredo Manovano, invece, il presidente risponde ed acconsente alle questioni du droga e immigrazione. «Condivido come ha bene evidenziato Mantovano che il problema dell'immigrazone sia un problema di integrazione così come il fatto di portare a compimento il disegno di legge contro la droga entro la fine della legislatura». Condivisione poi con Ignazio La Russa sul fatto che «l'assemblea programmatica deve servire per fare proposte e tirar fuori progetti». A Domenico Nania, Fini risponde che il programma politico deve essere quello che porti «più destra nel centro destra». Maurizio Gasparri ha incassato il via libera ad una maggiore «regionalizzazione del partito come conseguenza del rafforzamento delle segreterie regionali». E un bravo: «Intervento pregevole» Roberto Menia, citato due volte dal presidente Fini. Prima sulla freddezza in sala: «Non sono un passionale», replica Fini, poi chiarisce «mi sento parte integrante di questa comunità». Sus. Nov.

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