La rivincita di Bruno «l'isolato»

Nella seconda giornata del Congresso dell'Udc, a Roma, Bruno Tabacci, presidente della commissione Attività produttive alla Camera, si è tolto qualche sassolino dando il meglio di sé davanti ai 1.913 delegati riuniti per tre giorni all'Eur. Da «isolato», come lui stesso si è definito nel corso dell'intervento dal podio, il deputato centrista più in controtendenza con le posizioni di tutta la Cdl è stato avvolto dall'affetto della platea e da oggi può dire di non essere più solo. Bistrattato in casa propria da chi come il senatore Ivo Tarolli lo aveva contrastato all'epoca del ddl sul risparmio e nell'intera coalizione del centrodestra per le sue critiche sferzanti a molti provvedimenti legislativi presi dalla maggioranza, Tabacci è stato più che promosso dalla platea del Palottomatica che durante il suo intervento ha cominciato a gridare: «Tabacci segretario, Tabacci pensaci tu». «Bruno» allora ha preso coraggio e ha dato il via al suo show. Partito unico, leadership del centrodestra, situazione economica, valori. Il presidente della commissione Attività produttive a Montecitorio non ha tralasciato nulla parlando a braccio. E lo ha fatto colpendo i delegati dritto al cuore. Tanto che, finito il discorso, dopo le strette di mano del segretario Follini e di buona parte dello stato maggiore dell'Udc assiepato sugli scranni di fronte alla platea, decide di scendere dal palco per salutare la gente che dalle poltrone della «piazza» congressuale a lungo e ripetutamente lo ha applaudito. I delegati quasi si pestano i piedi per stringergli la mano e potergli dire «bravo Bruno, complimenti». Neanche i giornalisti riescono a raggiungerlo circondato com'è dai suoi «fans». Ma che cosa ha detto di tanto coinvolgente Tabacci per entusiasmare la platea? Semplicemente, ha attaccato Berlusconi. Dopo il convegno del maggio scorso sul partito unico, promosso dall'azzurro Ferdinando Adornato, la pace tra i due sembrava fatta. Tanto che Tabacci - meglio conosciuto come «spina nel fianco del Cavaliere» - si era detto soddisfatto della disponibilità offerta da Berlusconi di farsi da parte per le Politiche del 2006. Il passo indietro di qualche giorno fa del Presidente del Consiglio pero «non gli è andato giù». Il deputato centrista ammette pure che per un momento aveva dato credito al progetto del partito unico. «Ero andato al convegno di Adornato per curiosità», dice quasi giustificandosi dell'apertura al soggetto unitario dei tre partiti della maggioranza (Fi-An-Udc). «Ora devo dare ragione a Follini e dico a Berlusconi che non si chiudono le partite con una colazione privata»( il riferimento è al pranzo con Fini, Follini e Casini). Tabacci si entusiasma nella sua requisitoria. E più si entusiasma più il pubblico si infervora. Il primo applauso scatta quando, dopo la difesa della relazione fatta dal segretario il giorno prima, tuona: «il bipolarismo è sfociato in un bi-leaderismo». E subito invita il partito a riconquistare il rapporto con il paese reale che non si «riconosce più nei suoi politici». Basta con i salotti televisivi, basta con le leggi «ad personam», Tabacci richiama tutti alla serietà: «Le cose buone che abbiamo fatto sono state oscurate da leggi sbagliate coma la Cirielli - continua dal podio - Così rischiamo di essere puniti dagli elettori a cui avevamo promesso di cambiare l'Italia». Tabacci invita quindi a lasciare da parte «le polemiche inutili come quelle sulle Lira» portate avanti da Calderoli. La polemica contro la Lega si concentra anche sulla Riforma costituzionale «altrimenti - dice - ci agitiamo noi». L'ultimo avvertimento Tabacci torna a rivolgerlo a Berlusconi: «Le elezioni regionali sono state un referendum sul presidente del Consiglio. Smetta quindi di illudere gli italiani con sondaggi fasulli». Sceso dal podio, il presidente della decima Commissione della Camera è visibilmente emozionato per l'affetto dei delegati. Qualcuno vorrebbe che ad occuparsi del partito fosse lui. A chi gli chiede se sarebbe disposto a farlo, risponde soltanto: