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«Riscoprire la vera identità Non siamo confessionali»

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Lo chiede Maurizio Castro, Presidente dell'associazione «Nuova Italia», uno dei relatori del convegno dal titolo «Valori condivisi e ritorno al reale. La rinascenza dell'identità italiana». L'appuntamento si svolge oggi a Napoli, presso il Grand Hotel Vesuvio con un dibattito finale al quale parteciperanno il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno. Le relazioni saranno tenute da Paola Binetti del Comitato «Scienza & Vita» e da Eugenia Roccella giornalista di Ideazione e del quotidiano Il Foglio. In merito al futuro della Destra, Castro spiega: «Dipende da cosa vogliamo fare del bipolarismo. Se intendiamo dare spazio alle identità più radicate, dei valori più definiti per costruire una destra per effetto di adesioni e non si addizioni». Per il Presidente di «Nuova Italia», quella della destra «è un'identità assolutamente nazionale, popolare, comunitaria e quindi cattolica. Ma non è una forza assolutamente confessionale. Questa destra - prosegue - agisce attraverso il riconoscimento che la tradizione cattolica è costitutiva dell'identità italiana e delle sue declinazioni municipali, regionali». Castro nega che quello di An sia un progetto confessionale: «Siamo un partito che fonda la sua capacità di aggregazione sulle identità profonde e sull'amore per il bene comune. An si candida ad essere il veicolo per la riaggregazione delle forze politiche intorno all'identità dei valori, ad un progetto di ricostruzione nazionale. Devono convivere valori e programmi concreti per arrestare il declino dell'Italia. Questa rivalutazione - conclude - si trasforma in proposta politica. Senza alcuna retorica». Sul futuro di An, Castro sottolinea che «la nuova configurazione del centrodestra pone il tema di chi sappia meglio interpretare un nuovo disegno politico, un'identità». Sul futuro di An, Castro sottolinea che la destra deve essere il motore di un nuovo centrodestra capace di tornare maggioranza del Paese. Castro non ha dubbi sulla leadership del centrodestra: «Personalmente non ho dubbi su Fini. Mi pare che la lezione del referendum è che non abbia vinto un leader. Ha vinto un popolo italiano per molti versi sconosciuto. Riscopriamolo - conclude - insieme alla nuova politica».

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