IL MINISTRO delle Comunicazioni Landolfi pensa a cambiare la legge Gasparri sulla Rai.
«Evidentemente - continua Landolfi - siamo in presenza di una seria difficoltà di interpretazione rispetto al meccanismo estremamente garantista previsto su questo punto dalla Legge Gasparri». Di qui la tesi che «sarebbe necessario intervenire sul meccanismo per renderlo più funzionale». Intanto si allarga la polemica sui bilanci e i compensi della Rai. Il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo sarà ascoltato la prossima settimana dalla Commissione di Vigilanza sul caso di stipendi e bilanci aperto dal consigliere Nino Rizzo Nervo. Sul tavolo dell'audizione di Cattaneo dunque le accuse sfoderate dal consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo che in un'intervista è partito lancia in resta contro i compensi dei protagonisti dell'approfondimento giornalistico di Viale Mazzini, mettendo nel mirino in particolare il contratto di Bruno Vespa e anche quello di Giovanni Masotti. Il primo gli risponde che il suo contratto è stato stilato dal centrosinistra, il secondo con una querela negando di aver mai recepito le cifre di cui parla Rizzo Nervo. Ma la querelle sui compensi diventa subito un caso politico, anche perchè il consigliere ha puntato il dito anche contro i bilanci di Viale Mazzini. Il primo a rispondergli è il suo collega di cda Angelo Maria Petroni: «La situazione finanziaria ed economica dell'azienda è perfettamente sana - dice - come è stato accertato e certificato nelle forme di legge dal Collegio sindacale della Rai e dalla società di revisione dei conti». Di parlarne nel Cda di martedì prossimo lo chiede l'altro consigliere di centrodestra, Gennaro Malgieri. Si fa sentire anche il direttore generale, che in una lettera spiega a Rizzo Nervo che i bilanci della Rai sotto la sua gestione «sono sempre stati certificati oltre che da revisori interni anche da una società di primario livello mondiale quale la Price Waterhouse Coopers». Ma l'Unione chiede l'audizione di Cattaneo in Vigilanza per parlare del contratto di Vespa, così come di epurati e di diseguale trattamento economico tra le reti. I commissari del centrosinistra chiedono «di ascoltare i vertici dell'azienda per spiegare il perchè di tanta urgenza nel rinnovo del contratto di Vespa in un momento in cui il cda è a ranghi ridotti e uscente, con palinsesti ancora da definire e per cifre di gran lunga superiori rispetto ad altri professionisti».