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di LAURA DELLA PASQUA «TUTTE le analisi dicono che c'è un maggior costo dei servizi bancari nel nostro ...

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Poi il mio amico Sella produce controanalisi che dimostrano il contrario...» Sembra di ascoltare l'ex ministro Giulio Tremonti quando andava all'attacco dello scarso mercato nel sistema bancario. Invece a usare la mano pesante sulle banche è il responsabile dell'Economia Domenico Siniscalco che senza tanti giri di parole, nel corso di un'audizione al Senato, ha fatto intendere che vuole intervenire su un settore che continua a conoscere poca concorrenza a danno dei risparmiatori. Il ministro torna sulla discussione già avuta la scorsa settimana con il presidente dell'Abi, Maurizio Sella, ribadendo la sua posizione. Questo «non è un problema che si può risolvere facendo tabella contro tabella - ha detto il ministro - ma va approfondito». Le associazioni dei consumatori dicono che i conti correnti italiani hanno costi tra i più alti al mondo e continuano ad aumentare con una velocità tre volte superiore all'inflazione. Una media di 11 operazioni mensili, stima l'Adusbef, concorre a formare una spesa totale di oltre 550 euro annui di costi di gestione. L'Adusbef fa l'esempio delle banche del Gruppo Bipielle (Carige, Carisparmio Pisa, Lucca, Livorno), «che hanno annunciato aumenti consistenti su alcune commissioni, con l'introduzione di una nuova voce tariffaria denominata commissione emissione assegni circolari richiesti da non clienti il cui prezzo di listino è fissato nella misura dello 0,50% dell'importo dell'assegno con un minimo di 3 euro. Sulla lista nera dell'Adusbef anche la Tercas (Cassa di risparmio di Teramo), accusata di aver portato le spese di liquidazione sui conti creditori da 8,76 euro a 25 euro e sui conti debitori da 23,74 euro a 50 euro. Salite anche le spese di invio estratto conto da 2,58 euro a 5 euro e le spese di invio documento di sintesi, da 2 a 3 euro. Diverse invece le cifre fornite dall'Abi secondo cui un conto corrente ha un costo medio annuo di 65 euro. Siniscalco quindi sarebbe intenzionato a intervenire su questa situazione. Un attacco in piena regola che si aggiunge all'ipotesi che vede le banche escluse dall'intervento sull'Irap. Non solo. Siniscalco ha ripreso anche il discorso della risforma del risparmio. «Dobbiamo arrivare presto a un'accelerazione». Il ministro ha poi annunciato che il Dpef sarà presentato per il 4 luglio quando il ministero dell'Economia avrà a disposizione i dati sull'autotassazione di giugno e si conosceranno anche le decisioni di Bruxelles sulla procedura contro l'Italia per deficit eccessivo. Siniscalco ha però ribadito che non ci sarà una manovra correttiva e che il Dpef punterà sul rilancio della crescita e sarà seguito da «due finanziarie serie». Per il rientro dal deficit infine il ministro ha indicato come «plausibile» il 2007. Ma su questo punto - ha aggiunto - è ancora in atto un confronto con la commissione europea. Siniscalco ha ricordato che la crescita potenziale del nostro Paese è dell'1,5% e che «il nodo della crescita è arrivato definitivamente al pettine». Tra gli obiettivi anche il «rafforzamento del premio per la fusione delle piccole e medie imprese con un aumento del target dimensionale delle imprese che ne possono usufruire».

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