«L'Europa non si salva mettendo dazi»
Deve cercare di recuperare il consenso, ma non deve farlo adottando ricette sbagliate. Ad esempio, rispondendo con i dazi alla concorrenza delle merci che giungono dai mercati asiatici. Perché con il protezionismo si alzano solo «fragili muri» destinati ad essere travolti. Carlo Azeglio Ciampi sviluppa la riflessione, a voce alta, al Quirinale, ricevendo la presidente della Lettonia Vaira Vike-Freiberga, in visita di Stato. La signora presidente ascolta, condivide quasi tutto. L'euro, ricorda il capo dello Stato, «va messo in condizione di manifestare tutti i suoi effetti positivi». Come? «Attraverso un maggior coordinamento del governo dell'economia», spiega Ciampi. Cioè, attraverso più Europa, come ha detto altre volte. Il presidente ricorda i grandi problemi a cui l'UE dovrà trovare risposte nei prossimi mesi: il bilancio, il Trattato, le iniziative per rilanciare la crescita economica. Occorre affrontarli, dice, «con spirito equilibrato», e ricordando che i 25 della UE «hanno compiuto la scelta irrevocabile di vivere insieme, condividendo sovranità e risorse, per il raggiungimento di obiettivi comuni». La vera risposta ai problemi, ha concluso, sta appunto nella coesione dell'Unione. «Solo così potremo sviluppate le politiche comuni necessarie ad affrontare le incognite della globalizzazione, stimolare la competitività europea, raggiungere obiettivi concreti di crescita e di occupazione».