Conti pubblici, piangono Comuni e Regioni

In modo da mettere a punto un Dpef e, poi, una Finanziaria fondati sugli investimenti, sui lavori pubblici e sull'Irap. Ma con un forte contenimento della spesa degli enti locali e severità nei confronti dell'evasione fiscale. Il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco alla vigilia del Consiglio dei ministri che oggi procederà a una prima valutazione del Documento di programmazione economica e finanziaria (all'ordine del giorno della riunione compare il rendiconto generale del 2004 e l'assestamento del bilancio dello Stato e delle amministrazioni autonome per il 2005) ribadisce quello che è il cammino tracciato nei giorni scorsi. E si dice fiducioso su un accordo con l'Ecofin. Per conquistarsi un atteggiamento più tollerante da parte di Bruxelles, Siniscalco sa bene che ha una sola strada da percorrere: trasformare le raccomandazioni del commissario alle politiche monetarie, Almunia, per far rientrare il deficit nei parametri consentiti, nelle linee guida delprossimo documento di programmazione economico. Il che vuol dire che il Dpef avrà un'impronta marcatamente europea. L'Italia è nel mirino dopo che ha sfondato il tetto del 3% del rapporto tra deficit e pil. Il rientro dell'Italia nei parametri, ha spiegato il titolare di via XX Settembre parlando all'assemblea degli industriali di Modena, può avvenire con gradualità: «Rientrare in tre anni è meglio che rientrare in uno con la recessione», ha dichiarato, assicurando che la procedura per deficit eccessivo avviata da Bruxelles «non è un dramma, non è nemmeno un esame di maturità, è piuttosto un percorso concordato, un processo che non strangoli l'economia». Ma per riprendere un clima di fiducia «ci vuole una linea di marcia definita e non variabile, non il saltare di qua e di là». Occorre quindi «che ci sia un clima di stabilità», con «una barra al centro in politica economica». Un percorso i cui punti fondanti sono all'insegna dello sviluppo, visto che «la priorità è la crescita». «L'Irap - ha annunciato - sarà il cuore della prossima legge Finanziaria, il rinvio di tre mesi non è la fine del mondo». Un rinvio che, ha raccontato, si è reso necessario per le troppe divergenze: «Quando ci siamo seduti al tavolo, tot capita, tot sententiae, tante teste altrettanti pareri, allora è stata una reazione umana dire, ragioniamoci un pò». Il ministro ha poi anticipato che nel Dpef e poi nella Finanziaria, «seguendo la lezione di Keynes, ci saranno tanti lavori pubblici. Abbiamo compresso gli investimenti e questo non va bene». Per venire incontro agli investimenti, poi, verranno messe a punto misure come l'eliminazione «delle barriere all'ingresso, più semplificazioni, più procedure con silenzio-assenso». Ma qualcosa da tagliare ci sarà comunque. «Saremo duri - ha assicurato Siniscalco, dopo l'allarme della Corte dei conti di venerdì scorso - nel contenere la spesa corrente e questo varrà anche per gli enti locali». Ma non solo. L'azione sarà «determinata» anche sul fronte della lotta all'evasione fiscale, mentre nessun rischio corre la sanità: «Non la toccherò mai», ha dichiarato, aggiungendo che «con le risorse disponibili si investirà nella sanità e nella innovazione».