«Apriamo anche ai "separati" della Cdl»
Valdo Spini, a Vienna per il Consiglio generale del Pse, conferma l'operazione di «reclutamento» di socialisti che ora sono parcheggiati nella Cdl ma che, sostiene l'ex esponente del Psi oggi al vertice dei Ds, troverebbero invece sotto la Quercia e nell'Unione «una più giusta collocazione». A questo quindi puntavate quando al Congresso Ds avete fatto inserire sotto il simbolo la scritta Partito del Socialismo Europeo? «Il riferimento al Pse rafforza la compagine di centrosinistra perché dà un aggancio al bipolarismo europeo». Quanto inciderà questo nelle prossime elezioni? «Il Partito di Socialismo Europeo avrà un riferimento esplicito nei simboli che si presenteranno nella quota proporzionale alla Camera. Dopo il rifiuto della Margherita a fare la lista Uniti nell'Ulivo si presenta il simbolo dei Ds come è stato modificato nell'ultimo congresso. Compito dei Ds è di rendere esplicito il riferimento al bipolarismo europeo e accentuare la valenza socialista». Quanto pesa lo strappo della Margherita sulla lista unica? «Personalmente non mi sento un vedovo della Margherita. Eravamo disponibili a fare la lista unica ma ora che non si è fatto non vuol dire che siamo privi di identità; ce l'abbiamo ed è precisa. Sulla matrice socialista ci riconosciamo tutti; non siamo un residuo del post comunismo». Quale è stato il risultato del Consiglio generale a Vienna? «C'è stato un primo confronto interno tra i socialisti europei dopo la bocciatura della riforma costituzionale da parte di Francia e Olanda. L'obiettivo è di rilanciare il cammino dal punto di vista economico e sociale. Era presente anche John Prescott, il vice di Blair che ha sostenuto che la Gb intende fare la sua parte per la modifica delle spese che non devono andare in modo ampio solo all'agricoltura». L.D.P.