Nasce la nuova Dc, e vale già l'1%

«Un viaggio verso un nuovo futuro» come lo definisce proprio Pomicino, nel primo editoriale da neo-direttore politico della Discussione. Una riunione di vecchi nostalgici, come la definiscono i maligni. Una cosa è certa oggi ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Ospite d'onore sarà Raffaele Lombardo, il leader del Movimento per le autonomie, protagonista della vittoria di Umberto Scapagnini alle ultime comunali di Catania e corteggiato da Rotondi in vista delle Politiche 2006. Ma sono annunciati anche Fabrizio Cicchitto per Forza Italia, Franco Marini per la Margherita, Alessandra Mussolini, Franco Giordano di Rifondazione, il viceministro Mario Tassone (Udc), Gianni De Michelis (Nuovo Psi), Vittorio Messa e Antonio Mazzocchi di An, e il vicesindaco di Roma Maria Pia Garavaglia (che aprirà i lavori portando i saluti dell'amministrazione capitolina). Ci saranno delegazioni dei Ds, dello Sdi e dei Radicali (forse lo stesso Capezzone), ma gli organizzatori sperano nella presenza di qualche «padre fondatore» (Andreotti? Forlani? Cossiga?). Per il resto sarà un congresso nel segno della tradizione. Ci saranno le relazioni di Cutrufo, Pomicino e Rotondi, oltre ad un intervento di Lombardo. «La sensazione - ha detto Cutrufo - è che stiamo per fare una gran cosa. Ne sono un segnale le numerose telefonate che ricevo da quando è in moto la macchina organizzativa: ex parlamentari ma anche cittadini semplici che hanno militato nella Democrazia cristiana». Quindi si procederà con l'approvazione dello statuto e ci si darà appuntamento al 21 luglio quando, il Consiglio nazionale convocherà il congresso seguendo la prassi in voga ai tempi della vecchia Dc. Sono esclusi quindi, clamorosi colpi di scena anche perché, quello di oggi, è solo il primo passo. Un passo comunque importante che, dice Rotondi, «porterà alla nascita del terzo polo democristiano». Un polo che, dal punto di vista elettorale, spera di confermarsi sui livelli delle scorse Regionali dove si attestò ad un 1% complessivo, con l'exploit della Campania (2,1%). I fondatori, ovviamente, si accreditano di una forza superiore, ma è il gioco delle politica. Certo è che questa nuova Dc, qualche piccola preoccupazione la desta, soprattutto dalle parti della Cdl dove l'elettorato (e non solo quello) è più sensibile a certi richiami. Così, in An, sono in molti convinti che il nuovo partito diventerà l'approdo naturale di Publio Fiori e di tutti quelli che lo seguiranno dopo l'assemblea del prossimo 2 luglio. Mentre nell'Udc si teme che la nascita di un nuovo partito di ispirazione democratico cristiana possa sancire la morte del progetto di unità centrista che ha già perso per strada le truppe di Democrazia Europea (D'Antoni e i suoi sono passati con la Margherita) e ora si appresta a perdere anche gli ex Cdu. Il vero banco di prova, però, saranno le politiche dove la nuova Dc potrà giocarsi la carta dell'alleanza con uno dei due poli. Sbarrata la strada del centrosinistra (Prodi non li vuole), l'approdo naturale di Rotondi & Co. sembra essere la Cdl (anche se pesa il veto dell'Udc). Per il momento nessuno si sbilancia anche se i nuovi democristiani giurano che potranno essere decisivi almeno in una decina di collegi. Molto dipenderà dalla scelta che farà Raffaele Lombardo che sembra essere la chiave di volta per ripetere il clamoroso 61 a 0 siciliano del 2001. Per Rotondi il primo alleato da conquistare è proprio Lombardo.