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MANTOVANO

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«Prima l'identità poi le persone»

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Quattro cartelle con il titolo «La destra ritrovata». Cinque punti per rilanciare l'identità del partito e sei firme. Oltre a Mantovano, Gianni Alemanno, Teodoro Buontempo, Publio Fiori, Riccardo Pedrizzi e Gustavo Selva. Il documento, già pronto nella versione definitiva, chiederà all'Assemblea nazionale di convocare «un nuova grande "Conferenza programmatica" per il rilancio dell'identità e dei progetti del partito». «Un evento - si legge nelle conclusioni - che sia di richiamo e di riaffermazione non retorica del nostro patrimonio ideale e, al tempo stesso, di seria e concreta organizzazione per contribuire alla vittoria del centrodestra nelle prossime elezioni politiche». Nel documento si punta il dito soprattutto contro un «non sempre approfondito approccio ai grandi temi del momento» che ha mostrato An «appiattita su altri alleati di governo». Si denuncia un «deficit di democrazia interna», per il quale «la destra non è cresciuta all'interno del centrodestra, ma ha perso quasi due milioni e mezzo di voti rispetto al massimo storico del 1996». Vicinanza alle famiglie e alle loro esigenze di vita quotidiana, difesa dell'identità e dell'interesse nazionale, impegno per un'immigrazione regolare, lotta alla droga, vicinanza alle forze armate e dell'ordine, attenzione per un Europa dei popoli e non dei burocrati (con un impegno a recuperare il riconoscimento delle radici cristiane), lotta al terrorismo internazionale, meritocrazia, competitività economica e sviluppo attento alla solidarietà, sono i temi con cui la destra deve cimentarsi. «Quello dei ruoli è un aspetto non secondario, ma consequenziale rispetto alla conferma dei punti fermi dell'identità di An - spiega Mantovano - Il problema non è l'organigramma, ma la necessità che la destra riaffermi se stessa come destra e non come qualcosa non agganciata agli ideali per cui è nata. Un problema che la vicenda referendaria ha fatto emergere in tutta la sua gravità. Le soluzioni organizzative sono consequenziali». Anche quelle intorno al partito unico della Cdl. «Il nostro obiettivo - continua il sottosegretario - non è dare un contributo sempre più sbiadito alla costruzione di un centro di carattere tecnocratico, ma fare in modo che la destra sia parte significativa del centrodestra».

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