Continua la lite a distanza tra il presidente dei Ds e la Margherita sulla competizione nell'Ulivo
Dopo la resa dei conti tra rutelliani e ulivisti le schermaglie sempre più frequenti tra D'Alema e gli uomini di Rutelli fanno pensare che nubi forse più pesanti di quelle che hanno appena attraversato il cielo dell'Unione stiano per addensarsi sulla labile tregua della fu-Fed. Il presidente della Quercia non rinuncia alla missione di «spezzare le reni» ai moderati della coalizione, e lo fa dando il via a una campagna di cannoneggiamento sulla maggioranza Dl appena uscita vittoriosa dal braccio di ferro sul Professore, con esiti del tutto incerti a livello elettorale per l'Unione. Così ieri D'Alema ha affermato che la gara senza esclusione di colpi l'ha voluta la Margherita. «Non voglio recriminare, ma non mi si dica che abbiamo tolto di mezzo una stravaganza - ha detto il presidente Ds - Abbiamo accantonato una scelta, secondo me, molto positiva. Ed io continuo a credere che la convergenza tra le grandi forze riformiste sia necesseria. Spero non mi mettano fuorilegge se continuo a pensarlo». Poi D'Alema ha ripercorso le tappe che hanno portato al congelamento dell'Ulivo, a partire dalla scelta di Dl per arrivare all'accordo che ha visto Romano Prodi fare un passo indietro rispetto al Listone e il via libera alla primarie. «La decisione della Margherita - sostiene il presidente Ds - non è stata un fulmine a ciel sereno. Sapevamo che per loro l'adesione alla lista unitaria era una scelta sofferta», ma aggiunge, lo strappo di Rutelli «ha creato una ferita». Rutelli e i suoi, però, non hanno la minima intenzione di prestare il fianco all'ex-premier, tanto che hanno preferito glissare e non replicare a D'Alema. Così Rutelli ha ribattuto sornione di non aver letto i giornali, mentre il responsabile enti locali Giuseppe Fioroni ha pregato implicitamente D'Alema di non continuare con questo tono, ma di spostare la dialettica su problemi reali del Paese. È il segnale che dalla Margherita arriva una nuova, implicita richiesta di moratoria sulla competition, alla quale, per il bene dell'alleanza, è il messaggio, conviene che da via Nazionale si adeguino. Anche in questo caso, i rutelliani confidano nell'equilibrio che ormai riconoscono al solo Piero Fassino.