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Marini chiede un chiarimento sulla Fed

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Critiche a D'Alema. «Sembra un marito geloso». Franceschini: «Nessun testa a testa col Botteghino»

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Da Largo del Nazareno, dove si è riunita per un'ora l'assemblea federale dei Dl per votare il bilancio del partito, esce Franco Marini che chiede «un chiarimento amichevole» con i cugini della Quercia sul rilancio della Fed; prendendo in giro il presidente Ds che mostra «la stizza di un marito geloso», dopo che la Margherita ha scelto di correre col proprio simbolo nel proporzionale. Nessun commento da Francesco Rutelli, che si cuce la bocca con un sorriso quando i cronisti lo stuzzicano alla Camera; mentre interviene il coordinatore del partito Dario Franceschini: «La competition è con Berlusconi e con la destra. Da parte della Margherita non c'è nessun disegno e nessuna volontà di competere con la Quercia in un inutile gioco a toglierci voti a vicenda. Anche perchè un voto in più per noi e in meno per loro, o viceversa, sarebbe sempre a somma zero per la coalizione». Ma al di là di alcune frasi distensive dello stesso D'Alema alla direzione Ds («Non è che con i Dl ci tiriamo i sassi»), la sensazione che si ricava, dalle altre dichiarazioni e precisazioni del presidente e dei dirigenti Ds, è che la competition tra le due principali forze dell'Unione sia ormai un processo non reversibile, destinato a lambire ogni potenziale serbatoio di voti. Lo dimostra il fatto che quest'anno il convegno ad Assisi dei Cristiano Sociali, corrente cattolica della Quercia, dovrebbe far perno sull'elogio del socialismo democratico per lo sviluppo della dottrina sociale in Europa, contenuto nella Lectio Magistralis fatta in Senato nel 2004 dall'allora cardinale Ratzinger. Chiara sfida ai Dl con chiusura del convegno affidata a Fassino che dovrebbe addirittura prodursi in un'iniziativa destinata a far colpo sugli elettori cattolici. «Nel centrosinistra i cattolici praticanti non sono certo rappresentati solo da Rutelli e dai Dl», avverte il Ds Mimmo Lucà snocciolando un sondaggio di Ilvo Diamanti da cui si vede che Ds e Dl possono vantare la stessa percentuale di votanti cattolici. Insomma, la Margherita è bersaglio della Quercia e poco importa se nelle loro prime reazioni i Dl facciano sapere che non serve a nulla rubarsi i voti a vicenda se non si punta a pescare nell'altro elettorato per far lievitare la coalizione. C'è da scommettere che anche le prossime uscite di Rutelli e dei suoi dirigenti puntino alla conquista di nuovi spazi, se è vero che la festa del partito all'Argentario in settembre sarà tutta puntata su seminari tematici, legati ai contenuti del futuro programma dell'Unione, e non su dibattiti in politichese poco graditi al leader. Per ampliare il suo margine di manovra, la maggioranza dielle prova oggi a stemperare l'altro fronte aperto, quello dei parisiani, con un segnale di mano tesa ben accolto dalla minoranza interna.

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