Il congresso Udc blocca anche la nomina del presidente
«Quella di Monorchio è stata finora la proposta migliore, in realtà», chiacchierano alcuni dirigenti di viale Mazzini e c'è chi è convinto che se il suo nome venisse fatto oggi, anche Fassino direbbe di sì senza alcun dubbio. Intanto però il 5 luglio, data nella quale è stata convocata ufficialmente l'assemblea generale degli azionisti Rai per la nomina del presidente, è lontano e intanto l'azienda naviga a vista verso la data del 25 giugno quando dovrà presentare a Cannes i palinsesti agli inserzionisti. In realtà, infatti, sul presidente il problema quasi non esiste. Il nodo sta tutto nel rapporto di forza che si creerà all'interno del Cda con il solito Staderini e far da ago della bilancia. E dipende solamente dall'accordo tra Berlusconi e Casini sul partito unico e sulla proposta che potrà scaturire dal congresso Udc del 2 luglio prima della sospirata assemblea degli azionisti del 5 luglio (e, in seconda convocazione, il 6). Intanto il presidente facente funzioni, Sandro Curzi, è oberato dal lavoro: il Cda continua le audizioni dei direttori e oggi ascolterà Ruffini (Raitre), Mimun (Tg1) e Ferrario (Raidue). Ma aspetta, la risposta di Del Noce sulla questione della conduzione di Affari tuoi. Del Noce non digerisce Fabio Fazio, ma il consiglio lo vuole e vorrebbe annunciarlo subito a Cannes per dare il calcio di inizio del nuovo corso. C'è però chi, come Giuliano Urbani, condivide la strategia attendista e prudente del direttore di Raiuno (sostenuto anche da Lainati di Forza Italia). Domani poi in Cda sarà la volta di Mauro Mazza (Tg2), Di Bella (Tg3), Buttiglione (Tgr), Leone (Rai Cinema), Saccà (Raifiction) e della struttura Palinsesti e Marketing. Altre audizioni ci saranno il 28 e il 30 giugno e il 5 e 7 luglio. Su Cannes intanto c'è anche il giallo delle partecipazioni. L'azienda sarà rappresentata dal direttore generale Cattaneo, Curzi ha chiarito che non andrà perchè comunque il palinsesto autunnale non è un risultato del lavoro di questo Cda. Ma è ovvio che ci sia chi vuole può accompagnare il dg. E sembra che già si siano formati due fronti: non seguiranno l'esempio del presidente facente funzioni di sicuro Marco Staderini, Giovanna Bianchi Clerici e Carlo Rognoni. «Serve un segnale di responsabilità - spiega quest'ultimo - verso la Rai che non va lasciata sola in questo momento». Considerato che è piuttosto improbabile che non vada Petroni perchè è l'unico elemento di continuità nel cda, restano le incognite di Malgieri e Urbani. Il quale è alle prese con la spada di Damocle della pronuncia dell'Antitrust sulla sua presunta incompatibilità. Giu.Cer.