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Scetticismo sulla presidenza inglese

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È questo il quadro che si conferma a Bruxelles in un fine settimana vuoto e assolato ma in cui ancora ribalzano le dichiarazioni e i commenti sul fallito vertice Ue in cui i leader dei 25 Paesi dell'Unione non sono riusciti ad accordarsi sul bilancio settennale e hanno concordato solo di congelare il processo di ratifica della Costituzione europea bocciata dalla Francia. È opinione diffusa che, dopo il veto di Blair dell'altra sera, durante la presidenza britannica non ci si possa attendere un accordo sul bilancio Ue. Per ora insolubile è l'attrito nato per la difesa del privilegio ottenuto nel 1984 dalla Thatcher (lo «sconto inglese») e per il mantenimento delle sovvenzioni all'agricoltura difese soprattutto dal presidente francese Jacques Chirac. Ma soprattutto bisognerà attendere fino al giugno dell'anno prossimo per valutare i frutti della «riflessione comune» del processo di ratifica del nuovo Trattato costituzionale europeo semi-deragliato con i referendum in Francia e Olanda. Un punto fermo è che, per un certo periodo l'Unione, cesserà di espandersi, come ha lasciato intendere ieri il Commissario europeo all'Allargamento, il tedesco Guenter Verheugen: «Oltre agli impegni già presi non possono essere fatte altre promesse», ha detto, anche perché «esistono anche altre possibilità» per raggiungere «stabilità politica ed economica in tutta Europa». L'Ue infatti, prima di inglobare altre aree del continente, dovrà trovare concordia al suo interno fra Stati che ancora rivaleggiano fra loro a colpi di ripicche e orgogli nazionali.

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